Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

sabato 26 marzo 2016

Sulla crioablazione


Ci sono una serie di domande alle quali non ho saputo rispondere per bene quando, a cose fatte, amici e parenti ai quali ho dato la notizia del trattamento (questo sconosciuto) a cui mi sottoporrò, me le hanno sciorinate.
Vero che mi ero informata sul trattamento, sì, ma a quanto pare non abbastanza! D'altronde ho avuto poco tempo a disposizione, e inoltre neanche tante informazioni approfondite ci sono in rete eh?! o perlomeno, io non ne ho trovate subito, perciò sono andata a cercarle direttamente alla fonte, cioè da chi mi praticherà questo trattamento (il dottor Luca Carmignani), e quindi le ho inserite al seguito delle domande.

Enza Colotti Conte
Dott.  Luca Carmignani 
Radiologo interventista
oncologico













Dunque, le più frequenti sono state queste:

- Come funziona? 
Sotto guida eco o TAC (fase di centraggio) si mette uno o più crioaghi nella lesione (dipende da quanto questa è grande). Questi congelano velocemente e poi scongelano lentamente la lesione stessa, provocando così uno shock termico alle cellule tumorali che non sopravvivono.

- Quindi, congelano il tumore poi lo sgretolano e lo aspirano via?
No, non si sgretola e non si toglie niente, la lesione semplicemente va incontro a necrosi per morte delle cellule che la compongono, poi col tempo cicatrizza.

 - Si risolve con una sola seduta?
Il numero di sedute dipende dalla lesione, soprattutto da quanto è grande, da dove si localizza e da quali sono le strutture vicine.

- Con quali criteri si decide se applicare la crioablazione o la termoablazione? 
Idem per i criteri di scelta tra termo e cryo (dipende dalla lesione, da quanto è grande, dove si localizza e dalle strutture vicine).

- Che differenza c'è tra le due? 
La cryo (congelamento e scongelamento) di solito non richiede sedazione ma solo anestesia locale e blanda analgesia.
La termo, coagula la lesione con una buona dose di calore (sempre attraverso gli aghi che si posizionano con la stessa tecnica che si usa per la cryo) e necessita di sedazione totale.

- Ma ti faranno anche la biopsia durante la seduta? 
Volendo, la faranno appena prima del trattamento.

- Ti faranno la cryo o la termo? 
Questo è da decidere: il mio caso è in discussione al Gruppo Oncologico Multidiscipinare(*) del S. Jacopo a Pistoia, ma si vedrà meglio il da farsi in fase di centraggio.

- Ma chi farà il trattamento? 
Il trattamento lo fa il radiologo interventista (in questo caso, il dott. Carmignani). 

NB: Il radiologo interventista solitamente svolge operazioni come agobiopsie/agoaspirato (ma non solo), e quindi quando parlo di "radiologi interventisti oncologici" mi riferisco a coloro (pochissimi) che intervengono sui tumori attraverso il trattamento della termoablazione e cryoablazione. Questi dottori non sostituiscono la figura dell'oncologo o del chirurgo ma direi che rappresentano una categoria a se (tutta nuova) che definirei alternativa (della medicina ufficiale) alla chemio e alla chirurgia quando queste non possono essere applicate.


 Oh, di nuovo c'è che nel frattempo ho finalmente trovato un paio di siti dove le informazioni sono ancora più dettagliate. I links di riferimento sono:
- questo (a cura di Daniela Ponticelli, Ufficio Stampa USL 3 Pistoia)
- e questo (si tratta della pagina web del dott. Claudio Pusceddu). Cliccando sulle foto mostrate nel sito si può vedere in dettaglio anche la pratica del trattamento, ma è consigliato ai meno fifoni (eh eh eh)
Ovviamente si tratta di nozioni tecniche. Per quanto riguarda invece racconti di esperienze personali, nada de nada. Vorrà dire che comincerò io a metterne in rete! Post in fase di preparazione...

(*) La selezione dei pazienti prevede un percorso interdisciplinare che coinvolge  molte figure professionali che si riuniscono nel cosidetto GOM (gruppo oncologico multisciplinare) costituito dall’oncologo, dal chirurgo generale, dal radioterapista, dal radiologo interventista e da altri specialisti delle varie branche. Tale percorso è di cruciale importanza per stabilire l’approccio diagnostico – terapeutico più adeguato per i pazienti oncologici, anche per coloro che non sono candidati all’intervento chirurgico, che resta ovviamente il trattamento di scelta.  

martedì 22 marzo 2016

martedì 8 marzo 2016

Autoguarigione o medicina ufficiale?

Agenda di Mère - libro sesto - 19 maggio 1965

* ... meglio andare da un dottore ... *

Ora che il corpo ne sa un pochino, appena c'è qualcosa che non va, che per una ragione o un'altra va storto (può dipendere dal processo di trasformazione, può dipendere da degli attacchi - dipende da un'infinità di ragioni), le mie cellule cominciano a dire: «No! Niente dottori, niente dottori, niente dottori!..»
Sentono che un intervento del genere non farebbe altro che cristallizzare un determinato disordine, lo irrobustirebbe, gli toglierebbe l'elasticità necessaria per reagire alle forze profonde: sicché il disordine seguirebbe il proprio corso esteriore, materiale.., che non finisce mai.
Ma io non ho il tempo d´aspettare.
Però a quelli che mi chiedono [cosa devono fare quando stanno male] io questo non glielo dico mai, mai. Gli dico: «Andate a farvi vedere da un dottore e fate quel che vi dice».
Infatti, a meno che il corpo dica «no, no, no, non voglio!» (a certuni succede, ma non a molti, anzi capita a pochissimi), a meno che non sia il corpo a dirlo, vuol dire che è pronto; ma se invece il corpo sta lì a dirti: «Può darsi che il dottore mi tirerà fuori da quest'impiccio, può darsi che troverà... » - allora è meglio andare dal dottore, molto meglio! E fare quel che lui dice di fare.



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Ebbene a me è capitato sia nel 2004, sia nel 2005, sia nel 2015 e ora nel 2016.
E' capitato che le cellule del mio corpo dicessero "no, no, no, non voglio!" tuttavia dieci anni fa pur avendole sentite, non le ho ascoltate con il dovuto riguardo. Infatti mi sono sottoposta sia ad interventi chirurgici e sia alle terapie ufficiali.
Già, ma perché non le ho ascoltate?
Molto probabilmente a causa della pressione dei miei cari che era molto alta, e inoltre ne sapevo poco (di tutto, riguardo l'argomento cancro, la malattia in genere, sulle infinite possibilità di autoguarigione, sulle terapie alternative...) eppure il mio corpo mi stava parlando chiaramente.

Ora la storia si ripete, ma il mio agire si è trasformato in ascolto consapevole.
Per ben due volte mi è stata proposta la FNAB (agobiopsia) e per ben due volte le mie cellule si sono ribellate a gran voce a ciò che razionalmente stavo per accettare (sempre per "far contenta" l'unica persona che premeva affinché facessi di tutto per "ricominciare a curarmi con la medicina ufficiale").
Eh si, l'unica persona, perché questa volta non l'ho detto a nessun'altro se non al mio compagno di vita. Ah si, anche alla mia vicina di casa in quanto quel giorno ci accompagnammo a vicenda per sbrigare le nostre commissioni nello stesso ospedale. (ovviamente lo sa anche il mio medico curante eh?! ma con le pressioni di cui parlavo non c'entra!)
Dunque ho detto no alla FNAB facendo i conti con il loro disappunto ma sentendomi bene perché ho sentito, nel mio più profondo essere, di aver fatto la scelta giusta.

Comunque, sempre per ammortizzare la pressione delle uniche due persone che sono a conoscenza della ripresa della "malattia" (per me non è così, perché "sento" che il corpo sta facendo il suo percorso per portare a termine il processo di autoguarigione), mi sono messa alla ricerca di qualcosa di alternativo e di risolutivo che fosse sempre nell'ambito della medicina ufficiale, nonostante gli oncologi (due) che mi seguivano mi avevano detto che non c'era nulla di nuovo sotto questi cieli e che avrei comunque dovuto fare prima la biopsia per poter scegliere la terapia più adatta.

Testarda come pochi, ho cominciato a cercare fra le scoperte dell'unico Paese che tiene davvero al benessere del proprio popolo (per ovvie ragioni). Israele!
Ed è stato così che mi sono imbattuta anche nella crioablazione tumorale. Un trattamento che oltre ad eliminare la massa (giudicata inoperabile chirurgicamente) non è neanche invasiva. Potrebbe esserlo tanto quanto la FNAB ma, direi anche meno! Infatti l'unica controindicazione è il pneumotorace, che può benissimo accadere anche praticando l'agobiopsia, con la grande differenza che la crio è un trattamento che elimina, la FNAB è una pratica che preleva una piccola parte per analizzarla.
 
A questo punto, ho pensato, mi potrei anche sottoporre a questo trattamento: puntura per puntura, perlomeno questo metodo (che tra l'altro fa parte della medicina ufficiale) mi consentirà di eliminare "in fretta" il problema e far tacere le pressioni esterne.

Detto questo, intendo precisare che credo nelle terapie alternative (e le sto usando nel frattempo che ho traccheggiato tra un no e la ricerca di nuovi metodi).
Avrei potuto prendere l'aloe arborescens (la ricetta di Padre Zago per intenderci), eppure, ogni volta che mi avvicinavo alla pianta con l'intenzione di prelevare un paio di foglie per prepararmi il frullato, trovavo la pianta ingiallita. Un segnale questo che ho preso in considerazione: il corpo poteva anche dirmi di si, ma la pianta non mi aveva scelta. Quindi ho desistito e ora l'aloe è tornata in salute!
Avrei potuto ingerire l'artemisia annua, ma ogni cellula del mio corpo diceva "no, no, no" e ho desistito.
Mi è stato proposto l'escozul, ma è stato idem come sopra! E così mi sono concentrata all'ascolto...

Oggi continuo a prendere il kefir (ormai da maggio 2015), ma ho anche aggiunto altri alimenti "benefici": la curcuma fresca dalla quale estraggo curcumina mettendola a contatto con olio / pepe nero. La mangio nella minestra di solito. E ho aggiunto le tisane di zenzero: la mattina prima di ogni cosa la bevo con aggiunta di mezzo limone e durante il giorno così com'è, senza aggiungere altro, al massimo un cucchiaino di miele. E in questi giorni ho cominciato a mangiucchiare anche le bacche di Goji e sto facendo full immersion di mantra a 8 hertz (432 Hz) ma è bene dirlo che questo è cominciato con lo yoga delle cellule di Mère... (come hanno passato parola a me così faccio ora io con voi. della serie: #passailfavore)

Ma c'è ancora qualcos'altro che non ho mai smesso di usare e che credo siano gl'ingredienti fondamentali perché il tutto funzioni: la fiducia e la positività.

Le nostre vite sono piene di sassi, e questo ci si sa (ostacoli più o meno grandi o gravi), ma sta a noi farci un muro oppure un ponte.
 
Per quanto mi concerne, con queste pietre sto cercando di costruirci un ponte che mi faccia attraversare al meglio le difficoltà che incontro (chi non ha dispiaceri nella vita?), soprattutto perché ho voglia ancora di starci in questa "valle di lacrime"... 
Insomma, ho un sacco di cose da fare!
 
E con questi buoni propositi, non mi meraviglierei se trovassi regredita la massa al polmone quando farò una lastra di controllo (basta tac!!) prima di andare all'appuntamento per sottopormi alla crio.
Che poi, di quale aumento parlano i referti degli esami se in origine erano tre noduli che ora si sono riuniti in uno? Le misure dei tre, assommate, corrispondono alla misura totale. Perciò devo dedurre che il processo di autoguarigione ha fatto sì da riunire in una sola posizione i tre noduli, in modo da facilitarmi il lavoro.

Sembra un controsenso, lo so: credere nelle terapie alternative, nella positiva predisposizione e nella fiducia, ma nello stesso tempo scegliere di fare la crioablazione. Beh un motivo c'è e appartiene alla sfera delle urgenze: quando i noduli si sono riuniti, evidentemente sono andati a toccare un vaso sanguigno e ho avuto una copiosa emottisi che ha terrorizzato il mio compagno (ma stranamente, nonostante tutto, io mi sentivo tranquilla!). E contattati i dottori, è scattato l'allarme rosso.
"Se si dovesse rompere un'arteria importante dove andiamo a mettere le mani"?
"La massa pigia su un vaso sanguigno, devi andare al prontosoccorso" (e ci sono andata, si, ma me ne sono pure tornata a casa nell'arco di dieci minuti... continuavano ad arrivare codici rossi e ci avrei fatto mattina li in sala d'attesa!!)
E così il mio compagno si è ricordato di quando nel 2005 usavo il tranex per non espettorare sangue. Ne ho prese un paio di scatole proprio a livello preventivo (capirai, è capitato a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno, proprio sotto le feste, e non è davvero il massimo trovarsi a dover affrontare una emergenza proprio in quei giorni).
Fatto sta che ora in frigo ho una scatola di tranex nel caso si dovesse ripresentare l'episodio (ma credo di no). Giusto per "stare tranquilli" valà!

Bene, al momento con l'aggiornamento che mi riguarda (introdotto dal brano estratto dall'Agenda di Mère) mi fermo qui, ma voglio chiudere con tre affermazioni tratte dal libro "Lo Zen Macrobiotico" di GEORGE OHSAWA:


Esistono tre tipi di terapeutiche:

1- quella dei sintomi, vale a dire la distruzione dei sintomi con dei palliativi fisici più o meno violenti. E' la medicina sintomatica, animale o meccanica (medicina ufficiale);

2- quella dell'educazione, lo sviluppo del giudizio, che permette all'uomo di controllare la sua salute. E' la medicina umana (metodo spirituale o psicologico);

3- quella creativa e spirituale, che consiste nel vivere senza paura né ansia, in libertà e nella giustizia per realizzare il proprio “Io”. E' la medicina dello spirito, del corpo e dell'anima.

E ora, auguro a tutti noi una continua connessione con le nostre cellule (con l'Uno e con il Tutto), un ascolto speciale esercitato con il dovuto riguardo, e infine, una scelta personalizzata e quindi ottimale.

Buona Vita 


alcuni link utili:

http://parliamodicancro.blogspot.it/2016/03/ricerca-sul-cancro-alcune-innovazioni.html

http://parliamodicancro.blogspot.it/2015/11/la-mente-ci-guarisce-piu-dei-farmaci.html
 

http://parliamodicancro.blogspot.it/2016/02/a-colloquio-con-un-medico-coraggioso.html

http://parliamodicancro.blogspot.it/2015/08/dalla-testa-al-corpo.html

http://parliamodicancro.blogspot.it/2016/01/13-consigli-per-la-guarigione.html

http://parliamodicancro.blogspot.it/2014/08/il-cibo-delluomo.html

http://parliamodicancro.blogspot.it/2014/04/falun-dafa-esercizi.html

 

martedì 1 marzo 2016

Ricerca Sul Cancro: alcune innovazioni

In questi giorni ho fatto una ricerca sulle nuove scoperte ed applicazioni nella lotta contro il cancro e oltre ad una serie di innovazioni provenienti dalla Technion di Haifa (Israele), sono venuta a conoscenza anche della termoablazione (tutta italiana e già in atto dagli anni '80 stando a quanto ho letto sul prof. Sandro Rossi che la pratica e ne continua il perfezionamento), e della crioablazione che è tutta israeliana ed è stata messa a punto recentemente.
Anche se la termoablazione viene usata già da qualche anno in Italia, io l'ho "scoperta" da poco e per caso. Tuttavia anche gli oncologi che mi seguono ne sapevano poco e niente. Leggendone, avevo chiesto informazioni a loro ma mi sono resa conto ben presto che (oltre agli "addetti ai lavori") pochissime persone ne hanno sentito vagamente parlare ma nulla di più, e così mi sono decisa a fare una full immersion. Ho letto molti articoli che poi alla fin fine mi sono resa conto che si ripetono uguali, altri invece che si contrastano elencandone i pro e i contro, ma sono tutti risultanti uguali nella descrizione della pratica di queste tecniche di ablazione. Per me questo non è sufficiente per saperne di più, e quindi a breve la mia ricerca si farà più intensa e mirata, e quando avrò raccolto notizie che riterrò sufficienti e che prenderò direttamente alla fonte, posterò un articolo a parte su queste metodologie. Per il momento, eccovi parte della panoramica della mia ricerca:


Ricerca Sul Cancro: le innovazioni israeliane
7 novembre 2015
In Israele, dopo aver scoperto il meccanismo di propagazione del cancro, alcuni scienziati sono impegnati nello studio di un nuovo rivoluzionario metodo per combattere questa malattia. I ricercatori del Technion di Haifa hanno scoperto delle proteine che possono inibire il cancro ed controllare la crescita e lo sviluppo delle cellule cancerose.

Melanoma: scoperto l’elemento scatenante
Uno studio. condotto dal Dott.ssa Carmit Levy del Dipartimento di Genetica umana e Biochimica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Tel Aviv, da un team congiunto di ricercatori dell’UTA, del Technion, del Centro medico Sheba, dell’Istituto Gustave Roussy a Villejuif e dell’Università Ebraica di Gerusalemme, ha evidenziato l’elemento scatenante che trasformale cellule cutanee pigmentate in tumori cancerosi, individuando il momento preciso in cui il tumore produce metastasi maligne. Lo studio, pubblicato all’interno della rivista Molecular Cell, apre la porta ad una diagnosi precoce della malattia e, forse in futuro, alla sua prevenzione.

Rilevare il cancro al collo dell’utero con lo smartphone
La medicina diventa democratica grazie ad una startup israeliana che ha messo a punto un’applicazione capace di rilevare il cancro al collo dell’utero. Il cancro all’utero rappresenta la principale causa di morte tra le donne nei paesi in via di sviluppo. All’origine di questa rivoluzione tecnologica, ci sono Ariel Beery e Daviv Levitz cofondatori di MobileODT, i quali hanno fatto di uno smartphone il primo supporto a buon mercato in grado di rilevare il cancro al collo dell’utero. Progettato soprattutto per rendere attrezzature e servizi medici accessibili a tutti, l’applicazione funziona con una “maniglia” da posizionare sullo smartphone per una presa migliore ed un teleobiettivo dotato di sensori ultra sensibili in grado di effettuare una colposcopia tramite l’uso di una lente luminosa.

L’israeliano Haick inventa lo SniffPhone per rilevare il cancro
Lo SniffPhone è un sensore sensibile agli adori ed è in grado di rilevare il cancro allo stadio iniziale. Più piccolo rispetto al suo predecessore è destinato ad un uso esterno e si innesta sullo smartphone. Soffiando all’interno, i micro e nano sensori captano e analizzano le informazioni che successivamente vengono trasmesse allo smartphone.

Cancro al seno in fase precoce: un trattamento alternativo
Da alcuni anni esiste una alternativa meno conosciuta alla mastectomia e alla chemioterapia per trattare il cancro al seno. Si chiama crioablazione, un processo che congela il tumore senza implicazioni chirurgiche e ricoveri in ospedale. Questa tecnica è utilizzata anche per eliminare gli inestetismi della pelle come ad esempio le verruche. Tuttavia, essa ha l’inconveniente di essere imprecisa e di essere applicabile solo in sala operatoria.
Ma Ice Cure, una startup israeliana, sostiene di aver sviluppato un nuovo sistema, l’IceSense3, che sarebbe più efficace ed utilizzabile in un semplice laboratorio. Analogamente, l’operazione non necessiterebbe di un chirurgo e durerebbe solo alcuni minuti.

Cancro al cervello: un casco rivoluzionario che blocca le cellule tumorali
Da Israele arriva un dispositivo che, secondo i primi test, potrebbe frenare lo sviluppo delle cellule tumorali nel cervello.

Lotta contro il cancro: al via la sperimentazione di un nuovo farmaco
L’azienda israeliana Vascular Biogenics (quotata al NASDAQ) ha pubblicato i risultati di una importante sperimentazione di un farmaco per la lotta contro il cancro.
La società ha sede a Or Yehuda ed ha presentato i dati importanti circa l’utilizzo di un farmaco chiamato VB-111. Quest’ultimo è considerato promettente, perché i risultati intermedi hanno evidenziato l’utilità del farmaco nel trattamento di cancro ovarico, tumore della tiroide e cancro al cervello.

Noi ci impegneremo a tenervi informati su qualunque nuova invenzione, nella speranza un giorno di poter lanciare la notizia della sua definitiva sconfitta.

(Fonte: SiliconWadi)
letto su http://www.linformale.eu/in-costruzione-3/

Radiologia e oncologia interventistica contro i tumori Radiofrequenze, microonde e sfere di ghiaccio al posto del bisturi
Arrivano da tutta Italia e in lista, attualmente, ci sono anche pazienti stranieri per farsi curare dal dottor Luca Carmignani, il medico radiologo interventista della ASL3 di Pistoia, ormai noto per l’utilizzo delle radiofrequenze, delle microonde (termoablazione) e del ghiaccio (crioablazione) per sconfiggere i tumori con il caldo o con il freddo, a seconda delle circostanze. Dopo i primi interventi nel 2004 (qualche decina), eseguiti nel vecchio ospedale del Ceppo, l’attività della radiologia interventistica è cresciuta di anno in anno. Con il trasferimento nel nuovo presidio ospedaliero San Jacopo si è ulteriormente incrementata con la disponibilità di ambienti più funzionali.
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Eccezionale intervento al San Matteo (Pavia)
E’ il primo caso di trattamento del pancreas per via percutanea
Il trattamento di termoablazione per via percutanea è stato eseguito dal prof. Sandro Rossi, direttore della struttura di Medicina VI ed Ecografia Interventistica . La paziente ora sta bene, la guarigione è completa e i valori ematochimici precedentemente anormali sono tutti rientrati nella norma.
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Termoablazione dei tumori primitivi del fegato
dr. Roberto Chiavaroli
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La termoablazione per radiofrequenza di lesioni pancreatiche è una metodica sperimentale sviluppata da un gruppo di ricerca consociato (Chirurgia Pancreatica Ospedale di Peschiera del Garda, Chirurgia del Pancreas di Verona) e utilizzata in pazienti con adenocarcinoma duttale localmente avanzato.
Consiste nell’applicazione diretta sulla neoplasia di onde elettromagnetiche. Ciò provoca un aumento della temperatura intra-tumorale che distrugge le cellule per coagulazione e denaturazione delle proteine. La radiofrequenza è utilizzata da tempo nel trattamento multimodale di neoplasie solide non resecabili (fegato, rene, encefalo, prostata, surreni). L’applicazione alle neoplasie solide del pancreas è stata sempre giudicata estremamente rischiosa a causa della natura friabile del pancreas stesso e dei delicati rapporti anatomici con strutture vascolari nobili, con il duodeno e la via biliare principale.
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La termoablazione del cancro compie dieci anni. 
I medici più esperti sono italiani e questa terapia ha fatto molta strada,nei risultati e nelle indicazioni. Per raggiungere la massima efficacia deve, però, essere utilizzata con una precisa selezione dei pazienti e all'interno di un approccio multidisciplinare alla malattia.
Rappresenta uno dei fiori all'occhiello dei medici italiani, che la sperimentano fin da dieci anni fa, quando erano in pochi gli specialisti disposti a scommetterci.oggi la termoablazione con radiofrequenze, cioè l'eliminazione delle masse tumorali attraverso il calore sprigionato da particolari onde elettromagnetiche, è una realtà consolidata per il trattamento di alcune neoplasie e una promessa per molte altre.
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In riferimento agli articoli pubblicati dalla nostra redazione dal titolo “Tumore alle ossa, a Catania il primo intervento di radio ablazione” del 10 febbraio 2014 e “Tumore alla colonna vertebrale: a Catania cura con crioablazione” del 6 febbraio scorso, riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dall’avvocato Massimo Tricomi per conto del dott. Antonio Basile, dirigente medico presso il Servizio di Radiologia dell’Ospedale Garibaldi Centro di Catania, già direttore dell’Unità Operativa Semplice di Radiologia Interventistica presso l’Ospedale Ferrarotto di Catania.
Ecco il testo:
“L’intervento di termoablazione di tumori vertebrali, con o senza successiva stabilizzazione mediante vertebroplastica (cd. terapia combinata), viene eseguito in Italia da circa 15 anni.
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