Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

lunedì 20 aprile 2015

Una strana polmonite

Ho una strana polmonite che con gli antibiotici non se ne va. Come mai?

Potrebbe trattarsi di BOOP, un'infezione che non si cura con
i classici farmaci. La diagnosi certa con Tac e broncoscopia

Tutto è cominciato con quella che sembrava un’influenza, poi dato che la febbre non passava, il medico mi ha suggerito di fare una radiografia del torace che ha evidenziato una polmonite a sinistra. Dopo una lunga cura antibiotica sembrava tutto risolto, ma dopo qualche settimana la febbre è ricomparsa e una nuova lastra ha evidenziato ancora una polmonite, a destra. Mi hanno prescritto una nuova cura antibiotica, ma non mi sento a posto, malgrado i miei esami del sangue siano normali, e io in passato sia sempre stata bene. Temo d’essere nuovamente ammalata. Come mai adesso mi capita di fare una polmonite dopo l’altra?
 
Risponde Sergio Harari, direttore dell'unità pneumologica, ospedale San Giuseppe, Milano
 
Anche in medicina non tutto è come appare e quella che, anche a un bravo medico può sembrare una polmonite può invece nascondere qualcos’altro. Queste "finte polmoniti" che si ripresentano interessando parti diverse del polmone possono essere una malattia che porta il nome di un vecchio cartoon americano degli anni ’30, BOOP (ricordate Betty Boop?). In realtà si tratta di un acronimo per riassumere un nome assai complicato: bronchiolitis obliterans organizing pneumonia. Ma non si spaventi, non è affatto una malattia grave, solo che non si cura con gli antibiotici perché non è una vera polmonite anche se la simula molto da vicino sia per i sintomi (febbre, stanchezza, tosse, mancanza di fiato) sia per l’aspetto radiologico. 

Si tratta invece di una anormale risposta "riparativa" del polmone a un insulto microscopico, per esempio un virus, l’inalazione di qualche fumo tossico, l’assunzione di un farmaco particolare. Se non viene riconosciuta, e adeguatamente curata, rischia di continuare il suo decorso provocando un peggioramento dei sintomi e continue ricadute. Proprio perché non è un’infezione, e quindi non risponde agli antibiotici, la sua parziale risoluzione e poi recidiva è un andamento spontaneo; in effetti in molti casi la malattia può guarire anche da sola. Alcune categorie di malati che hanno sofferto di malattie tumorali, come per esempio tumori al seno, o che assumono alcuni farmaci, ad esempio statine per abbassare il colesterolo, possono essere più soggetti a sviluppare la BOOP, che però può presentarsi anche in persone perfettamente sane fino al giorno prima, come nel suo caso. La diagnosi viene confermata dalla TAC e dalla broncoscopia, attraverso un esame che si chiama "broncolavaggio" che permette di analizzare le cellule presenti nel polmone. Grazie ai progressi della medicina, oggi la broncoscopia (è, in pratica, come una gastroscopia, solo che si indagano i bronchi) è un’indagine molto ben tollerata, che si effettua ambulatorialmente in anestesia locale con una piccola sedazione e dura pochi minuti. 

La terapia della BOOP è a base di cortisone e determina un importante e immediato miglioramento dei sintomi e della lastra, e va proseguita per alcuni mesi. Al termine della cura la stragrande maggioranza dei malati è perfettamente guarita, solo una piccola percentuale può ripresentare la malattia alla sospensione del cortisone e necessitare di un ulteriore periodo di trattamento. È importante che durante la terapia vengano monitorati i possibili effetti collaterali del cortisone (glicemia, osteoporosi, ecc.) ed escludere che la BOOP non nasconda, a sua volta, altre malattie, per esempio reumatologiche, delle quali potrebbe essere una prima spia. 
 
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