Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

mercoledì 18 novembre 2015

La mente ci guarisce più dei farmaci


Lo scienziato Bruce Lipton milita in ambito medico dagli anni “60 e ha impiegato gran parte delle sue energie per rispondere a una semplice domanda: “chi controlla il destino delle cellule?”.

guarigione spontanea

Tutte le cellule sono identiche, come spiega Bruce Lipton “se si prendono cellule sane e si collocano in un ambiente sfavorevole, le cellule si ammalano e muoiono”. Quando una cellula è malata i medici iniziano la loro opera di prescrizione.
Quando ingeriamo un farmaco questo scatena una serie di reazioni biochimiche che coinvolgono tutto il corpo e non solo la sezione anatomica da guarire.
Quelli che noi chiamiamo “effetti collaterali” sono degli effetti diretti del farmaco, in farmacologia non esistono “effetti collaterali”, ma solo effetti diretti. Quando prendiamo un farmaco diamo per scontato che la sua efficacia circa il nostro scompenso possa creare più benefici rispetto ai danni che quel farmaco sta causando con gli altri effetti diretti.

Secondo le statistiche, negli USA, i farmaci uccidono oltre 300.000 persone all'anno! La conclusione sorge spontanea: c'è qualcosa di sbagliato nella farmacologia moderna.
Se a far ammalare le cellule è l'ambiente, eliminando un ambiente nocivo e spostando le nostre cellule in un ambiente sano e salutare, si arriverebbe a una guarigione spontanea.

Gli esseri umani sono composti da circa 50 trilioni di cellule, per spiegare meglio il concetto, lo scienziato Lipton paragona il corpo umano a una comunità dove ogni cellula rappresenta un individuo e ogni organo una collettività. Da qui ritorniamo alla domanda iniziale: da cosa dipende il destino delle nostre cellule?
A cambiare il destino delle cellule è il nostro flusso sanguigno. Il sangue dipende dal sistema nervoso e il suo modo di interagire con l'ambiente esterno. Come spiega Bruce:
“La medicina cerca di guarire le cellule dalla malattia andando a intaccare i meccanismi biochimici innescati dall'ambiante esterno. La medicina agisce sull'uomo quando il problema è l'ambiente.”

Al ricercatore Bruce Lipton è stata posta questa domanda: allora in un ambiente sano possiamo guarire spontaneamente?
Ecco la risposta:
“In teoria sì ma in termini pratici è tutto più complesso perché la nostra mente interpreta l'ambiente esterno a suo modo. Magari noi siamo posti in un ambiente sano ma la nostra mente inizia a leggerlo come un ambiente negativo e dannoso, il nostro sistema nervoso genera così una sostanza chimica che ci renderà ugualmente malati.”

Bruce Lipton, durante le sue ricerche, ha analizzato una grande quantità di dati relativi all'effetto placebo: molti farmaci che assumiamo, con la sperimentazione, si sono dimostrati addirittura meno efficaci del placebo. Gli esperimenti classici consistono nell'individuare un grosso campione di ricerca che lamenta una certa patologia, questo campione viene diviso in due gruppi. Al primo gruppo si somministra un medicinale vero, al secondo gruppo viene dato un placebo, ovvero una “falsa pillola” che non ha più potere di una mentina. Quando l”individuo era predisposto alla guarigione, si sentiva meglio e il corpo reagiva bene anche dopo aver assunto un inerte placebo.
Con questa premessa si arriva a parlare dei principi di guarigione spontanea legati al controllo mentale. Anche in questo caso, per spiegare una marea di saggi complicati, ci rifaremo a un esempio pratico:
se chiudete gli occhi e pensate a una persona amata, il vostro sistema nervoso inizierà a produrre dopamina, serotonina, ossitocina… Questa miscela biochimica coinvolgerà l”intero organismo e voi potrete sentirne i benefici nel vostro corpo, la biochimica porterà un grosso bagaglio di benessere alle vostre cellule. Ecco perché se ci innamoriamo stiamo così bene in compagnia del nostro amato.
Al contrario, se pensiamo a qualcosa che ci turba o ci spaventa o affrontiamo la vita frenetica con una continua ansia di sottofondo, questo ci fa ammalare, il nostro sistema nervoso secerne gli ormoni dello stress e alle nostre cellule non arriverà di certo una miscela chimica benigna!

guarire con la mente
Le persone non sanno che ogni giorno cresciamo. Sì, ogni giorno centinaia e centinaia di cellule muoiono e sono soppiantate da cellule nuove. Il nostro apparato gastrointestinale effettua un turnover di cellule ogni tre giorni. Se il nostro organismo viene “distratto” da farmaci, da “stress” da “pensieri negativi” o da centinaia di altre cose superflue,  nel turnover potrebbe andare storto qualcosa e così potremmo ammalarci. I virus dannosi potrebbero subito attecchire.

A chi è capitato di ammalarsi senza aver preso freddo?
Se vi è successo, probabilmente perché il vostro organismo era distratto da altro e ha concesso l”ingresso di un virus. Discorso analogo anche per il cancro, così come spiega il ricercatore:
Effettuando delle analisi a campione si è scoperto che le cellule tumorali albergano in tutti noi. Queste cellule ci sono sempre, in tutti, solo che il sistema immunitario è funzionante quindi ne impedisce la crescita.” 

La scienza ci dice che il corpo risponde alla fisica quantistica mentre la medicina odierna è basata sulla fisica di Newton. La farmacologia vuole stravolgere la biochimica dell'organismo aggiungendo altra chimica. Secondo la logica dettata dalla fisica dei quanti, più che somministrare altra chimica bisognerebbe innescare un cambiamento dell'energia. Secondo la fisica quantistica è tutto energia, quindi anche i nostri pensieri lo sono.
La mente è energia. Quando si pensa s'innesca un potenza di trasmissione che si traduce in segnali biochimici che si propagano in armonia con il nostro corpo.
Poiché le aziende farmaceutiche non potrebbero vendere i pensieri, non investono neanche un centesimo per dimostrare la stretta correlazione tra “mente-corpo” in termini di “segnale-risposta”. Il segnale dettato dalla mente potrebbe costantemente essere di benessere così come la risposta.

I pensieri generano un campo di energia che viene convertito in un segnale biochimico capace di curarci in modo del tutto naturale.

Bruce Lipton, ex professore universitario -ha abbandonato la cattedra perché sapeva che ciò che insegnava non corrispondeva a realtà- ha deciso di concentrare tutte le sue energie nella medicina quantistica. 

Purtroppo non è così facile riuscire a gestire il flusso dei pensieri. Questo perché gran parte del potere risiede nel subconscio. Noi umani usiamo il subconscio per il 95% dei nostri processi mentali, solo il 5% dei nostri processi mentali è dettato dalla mente cosciente.
La trama del subconscio è stata costruita nei primi 6 anni di vita. Cosa è stato appreso in questi primi delicatissimi anni, diventa il punto cardine della nostra vita da adulti fino a condizionare il nostro comportamento e la nostra salute. Purtroppo non possiamo controllare il subconscio ma possiamo “riprogrammarlo”. Come spiega l”ex docente:
“Molti studi mostrano che le malattie degli adulti che hanno, come il cancro, hanno a che fare con la programmazione e l'ambiente in cui viviamo nei primi sei anni di vita.”

In altre parole, da bambini “assorbiamo” gli atteggiamenti negativi che abbiamo intorno e così programmiamo il subconscio predisponendolo a fattori come preoccupazioni, sensi di colpa, ansie…
“E' dimostrato che se un bambino adottato è cresciuto in una famiglia dove uno dei genitori ha un tumore, nella vita adulta il soggetto adottato ha più probabilità di sviluppare un cancro”.

Per gli addetti ai lavori

Chi lavora in ambito medico non sa come approcciarsi a studi del genere, eppure è perfettamente consapevole dei danni alla salute che può causare una mera emozione come lo stress (per approfondire i danni dello stress), sa che molte persone tendono a somatizzare dei sintomi (la dermatite atopica e l'alopecia sono i classici esempi) quindi… perché non potrebbe esserci dell”altro? Nella realtà dei fatti, anche le antologie mediche insegnano che le emozioni sono degli attivatori biochimici.

Dentosofia

RELAZIONI DENTI-ORGANI 1

Il dottor Voll fu trai primi a studiare i rapporti tra singoli denti e organi interni e introdusse il concetto di odontone: non è solo il dente ad avere rapporti con gli organi interni, ma, insieme con tutta la zona anatomica che lo circonda (osso alveolare, parodonto, mucosa) forma un’unità funzionale, detta odontone. Questa struttura sopravvive anche all’estrazione del dente.

Partendo dalle sue solide conoscenze di agopuntura cinese, Voll osservò che, trapanando un particolare dente, si producevano alterazioni bioelettriche misurabili in punti di agopuntura, di cui conosceva gli organi correlati. Tali alterazioni sono temporanee, ma riproducibili. Poté quindi mettere in relazione quel dente con il punto e le sue correlazioni. 

Gli studi trentennali di Voll e della sua scuola hanno portato all’elaborazione della mappa delle corrispondenze tra denti e organi interni. Le misurazione bioelettriche hanno dimostrato che odontoni riconducibili al medesimo gruppo dentale (incisivi, canini, premolari, molari, denti del giudizio) sono accomunati da identiche correlazioni non solo con un organo interno particolare, ma anche con:
- un’articolazione;
- un segmento della colonna vertebrale e con un tratto del midollo spinale;
- un organo sensoriale;
- una ghiandola endocrina.


domenica 8 novembre 2015

Le 5 leggi biologiche e il vissuto emozionale di ognuno di noi

Le credenze sbagliate, i traumi e i condizionamenti che viviamo in rapporto con la malattia

Siamo in tanti ad essere vittime di una grande menzogna che ha condizionato e condiziona tuttora la vita degli esseri umani. Abbiamo creduto, e di conseguenza insegnato alle generazioni successive, di essere nati nel peccato. Abbiamo creduto che ogni bambino che nasce sia intrinsecamente sbagliato e cattivo, portatore di peccato originale, e abbiamo di conseguenza cercato di redimere, controllare, migliorare, educare, correggere e punire.

Qualcuno si è svegliato ed è uscito da questa ipnosi collettiva per riscoprire che invece, ogni creatura che nasce sulla terra è  portatrice di Energia e di Amore, quindi della stessa sostanza e con lo stesso potere della Fonte dalla quale proviene.

L'accanimento contro l'essere umano è costato tanto dolore ed ha bloccato le naturali risorse di ogni bambino che, diventato adulto, non è più stato capace di mostrarsi in tutta la sua Bellezza e Unicità a causa di queste credenze errate.  Questo vale per tutti, anche per quelle persone che vengono etichettate come cattive o sbagliate.

Nella mia esperienza posso dire di aver conosciuto solo persone ferite e scollegate dalla propria Divinità, non cattive o sbagliate.
Ho la fortuna di lavorare con tante persone e ho imparato a fidarmi di loro; riesco a sentire la Bellezza e l'Unicità di chi ho davanti agli occhi ed al cuore e questo quasi sempre permette alle persone di arrivare a se stesse, a chi sono veramente, a rendersi conto che tutto quello che loro chiamano IO in realtà è la somma delle credenze che hanno su se stessi, delle emozioni e delle strategie di sopravvivenza che il corpo e la mente hanno dovuto mettere in atto per andare avanti.

Ognuno di noi è stato bambino e dentro ognuno di noi c'è un trauma, grande o piccolo legato a tanti aspetti, che possono andare dalla nascita con parto non naturale, al vivere situazioni più o meno pesanti a cui si è cercato di sopravvivere. Purtroppo l'opera di demolizione di NOI STESSI magari è proseguita attraverso la scuola dove tutti,chi più che meno, è stato umiliato o costretto a comportamenti che non gli appartenevano.

Questi traumi emotivi molto spesso si manifestano nel corpo delle persone in vari modi, dalla postura alla costituzione fisica fino alla malattia.
Il dott. Hamer, nella formulazione delle 5 leggi biologiche afferma proprio questo, che le nostre emozioni, le nostre credenze, gli shock, i conflitti interni portano il corpo ad una risposta biologica, cioè alla malattia.

A volte mi basta fare qualche domanda per capire dove nascono i problemi:

    Prova a ripensare alla tua infanzia, è stata facile?
    Ti sei sentito amato, apprezzato e compreso?
    Quanta fatica hai fatto a scuola?
  Quante volte ti sei sentito diverso, solo, incapace, spaventato o ingiustamente accusato?

Alle risposte a queste domande si aggiunge il fatto che molta della nostra esistenza è guidata dalle esperienze delle generazioni che ci hanno preceduto.

Quindi cosa posso fare oggi individualmente e cosa possiamo fare oggi collettivamente per cambiare le cose? Sono davvero impotente di fronte a questo?

Dal mio punto di vista il primo fondamentale passo è diventare consapevoli di quanto siamo stati ingannati dalle nostre credenze.

Il secondo è avere e formulare una ferma intenzione di voler uscire dal ruolo di vittime e cominciare concretamente a costruire la vita che vogliamo;

Il terzo è cercare e trovare strumenti utili per essere accompagnati in questo processo di ritorno alla propria bellezza interiore, e di conseguenza alla salute.
Silvia Pallini

Per info e contatti: latuavitapienamente.org

venerdì 2 ottobre 2015

Basta prendere in giro le donne!

Lettera Aperta per la Campagna Nastro Rosa 2015

E siamo alla frutta. Afrodite K si è già espressa più volte rispetto alle modalità con cui spesso si parla del tumore al seno (vedi le sezioni del Blog Cancro&Business ed Ottobre Rosa) Quest'anno con il lancio della Campagna Nastro Rosa 2015 della LILT, la misura è stata superata ed insieme ad altre donne colpite e non dal cancro al seno abbiamo scritto questa LETTERA APERTA alla Lilt Nazionale ed al Ministro della Salute. Se condividi i contenuti della Lettera manda la tua adesione con nome/cognome, ruolo a pinkwashing2015@gmail.com. Facciamo sentire la nostra voce!

Ecco il testo della Lettera.
Le adesioni che perveranno a pinkwashing2015@gmail.com vengono inserite e rese visibili via via a questo LINK

Spettabile Lega Italiana per Lotta ai Tumori (LILT) Nazionale,
Gentile Ministro della Salute Beatrice Lorenzin,

le sottoscritte desiderano esprimere profondo sconcerto di fronte alla Campagna Nastro Rosa 2015, la cui testimonial è una nota cantante ritratta a torso nudo, con le braccia a coprirne in parte i seni. Una posa che rappresenta un salto di qualità, di segno negativo, rispetto alle edizioni precedenti della campagna. Negli anni passati, infatti, a rappresentarla erano state scelte donne, sempre appartenenti al mondo dello spettacolo o dello sport e non colpite dalla malattia, che, tuttavia, erano state ritratte vestite e in atteggiamenti più consoni al tema. Per l’anno in corso, invece, la campagna punta ad offrire un’immagine sessualizzata e trivializzante della malattia, utilizzando in maniera pretestuosa l’invito a “fare prevenzione”, espressione ambigua con la quale ci si riferisce comunemente all’adesione ai programmi di screening per la diagnosi precoce del cancro al seno attraverso mammografia. Anche a livello nazionale dunque la LILT ha scelto di avvalersi di un uso strumentale del corpo femminile, come è già accaduto negli anni scorsi per campagne di gusto per lo meno dubbio, quali quelle promosse ad esempio dalla sezione di Torino che, nell’ottobre del 2014, ha patrocinato l’iniziativa Posso toccarti le tette? .
Desideriamo ricordare che solo nel 2012 sono morte di cancro al seno 12.004 donne (dati Istat) e  nel 2014 si sono registrate 48.200 diagnosi tra la popolazione femminile del nostro paese (dati Aiom-Airtum). La patologia colpisce, inoltre, sebbene in misura minore rispetto alle donne, anche gli uomini. I programmi di screening si rivolgono alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni alle quali si raccomanda di effettuare una mammografia ogni 2 anni. La morte per cancro al seno sopravviene a seguito della diffusione dal seno ad altri distretti corporei (ossa, fegato, cervello e polmoni nella maggioranza dei casi).
Cosa ha a che fare l’immagine di una donna chiaramente al di sotto della fascia d’età per la quale sono designati i programmi di screening con la “prevenzione”? Perchè concentrare l’attenzione del pubblico sul suo décolleté florido (a cui fanno da contorno gli addominali scolpiti) se il rischio di morte si presenta solo nel caso in cui la patologia interessi altri organi?
Una risposta la offrono i marchi di noti prodotti di consumo in calce al manifesto che pubblicizza la campagna. Tra questi, quello della nota casa automobilistica Peugeot. Studi scientifici recenti  dimostrano l’elevata incidenza del cancro al seno tra le donne impiegate nella produzione di materie plastiche per il settore automobilistico. Evidenze che hanno portato, nel 2014, l’American Public Health Association a chiedere alle massime autorità sanitarie degli Stati Uniti di porre in essere politiche di prevenzione atte a ridurre drastricamente l’esposizione a sostanze associate al cancro al seno sui luoghi di lavoro.
La partnership tra LILT e Peugeot si configura chiaramente come un caso di pinkwashing, termine con cui si indica la pratica di pubblicizzare e/o vendere prodotti che aumentano il rischio di ammalarsi di cancro al seno, attraverso ingredienti e/o processi di lavorazione, collegandoli a campagne di sensibilizzazione o a raccolte fondi per la ricerca. Una strategia di marketing tristemente diffusa e che risulta estremamente efficace proprio perchè il cancro al seno offre la possibilità di esporre il seno femminile per finalità benefiche, attirando così l’attenzione del pubblico di ambo i sessi.
Chiediamo pertanto il ritiro della campagna Nastro Rosa 2015 che consideriamo lesiva della dignità e della salute delle donne.
 
Distinti saluti, le promotrici

Sandra Castiello- docente di latino e greco, Pagina Facebook Col seno di poi ma col senno di sempre
Grazia De Michele - disoccupata, Blogger di Le Amazzoni Furiose
Alberta Ferrari- chirurga senologa, Blogger di Ferite Vincenti
Daniela Fregosi - consulente e formatrice freelance, Blogger di Afrodite K
Emma Schiavon- insegnante e storica
Carla Zagatti- psicologa e psicoterapeuta

Tutte le ulteriori adesioni saranno raccolte nel seguente LINK

PS Afrodiniano Come promotrici della lettera ci dissociamo da ogni possibile strumentalizzazione della nostra iniziativa in termini banali e da gossip. Non sono la testimonial e le sue tette in sè ad essere contestate. Ogni donna è da rispettare per le sue scelte e le sue tette. La nostra protesta è su ben altro ed in questo modo il rischio è di banalizzarla mentre noi puntiamo il dito su dinamiche ben più gravi e consistenti.
 
fonte:  AfroditeK

domenica 30 agosto 2015

Olio di cannabis: fantascienza in italia!

articolo di Luigi Romano pubblicato sul suo sito web  il 29 ottobre 2013

Luigi Romano
Il mio primo approccio scientifico con il mondo della Cannabis e dei cannabinoidi risale alla mia tesi di laurea. Durante l’anno di internato (2010/2011) abbiamo portato avanti una ricerca su i due endocannabinoidi più studiati. Anandamide (AEA) e 2-arachidonoilglicerolo (2-AG). In particolare ne abbiamo studiati gli effetti sulle funzioni bioenergetiche mitocondriali (sintesi e idrolisi di ATP, consumo di O2 ecc). I risultati di queste ricerche si sono concretizzati nella stesura della mia tesi sull’AEA e in una pubblicazione sul 2-AG.
Subito dopo la laurea ho preparato e superato l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione. Nello stesso periodo sono venuto a conoscenza del bando “Ritorno al Futuro” indetto dalla Ragione Puglia che concedeva borse di studio per seguire dei Master. Vinta la borsa di studio durante tutto il 2012 ho seguito un Master di II livello in Fitoterapia presso l’Università di Siena. Il Master prevedeva un periodo di stage da svolgere presso una qualsiasi “azienda X” che trattasse fitoterapici.
Il mio pensiero è andato subito alla Cannabis e alla Bedrocan in Olanda. Contattati Arno Hazekamp e Tjalling Herkelens tramite e-mail e fissato un incontro via Skype, andato a buon fine, è iniziata la mia avventura nel mondo della Cannabis terapeutica.
L’oggetto della nostra ricerca è stato l’Olio di Rick Simpson quindi cannabinoidi applicati nella cura del cancro.La prima parte del mio stage si è focalizzata sulla ricerca bibliografica riguardo Cannabis, cannabinoidi e cancro ed è stata svolta in Italia. La seconda parte si è svolta in Olanda presso l’Università di Leiden. L’attività di laboratorio consisteva nel riprodurre e analizzare “5 ricette” per produrre l’olio di Cannabis tra le quali quella di Rick Simpson che consiglia l’uso della nafta.
Le altre 4 erano con etanolo, etere e 2 con olio d’oliva extra vergine. Il nostro obiettivo era quello di individuare una buona “ricetta” riproducibile nella quiete domestica anche da persone non proprio in salute.
I risultati indicano che la nafta è da evitare, l’etere è buono ma deve essere maneggiato con attenzione, l’etanolo è buono ed è il solvente maggiormente utilizzato e le due ricette con olio d’oliva sono le più tranquille da effettuare in quanto non richiedono l’evaporazione del solvente e il relativo sprigionarsi di fumi.
Prendendo insieme i risultati della mia ricerca bibliografica (test in vitro, test in vivo, trial clinici), delle evidenze riportate da tanti pazienti [tra cui quella di Luciano Rossi compreso nel libro nel capitolo sull’HIV NDA] si può dire che i cannabinoidi hanno sicuramente un’azione sulle cellule tumorali e che la forma terapeutica che molti pazienti stanno usando è l’Olio di Cannabis, ovvero un estratto concentrato che contiene soprattutto cannabinoidi e terpeni.
La ricerca, ovviamente, deve andare avanti. L’attività di ricerca alla Bedrocan è incentrata soprattutto su Cannabis/cannabinoidi e sui metodi di somministrazione del farmaco. L’aspetto agronomico della Cannabis viene sviluppato principalmente nelle serre che sono situate a Veendam. Cercano di valutare tutti i diversi parametri di coltivazione (dal pH, alla quantità di acqua giornaliera, ecc) per arrivare a definire la migliore condizione di crescita delle piante. Le varietà che producono sono diverse, dalla rinomata Bedrocan al Bediol, Bedica, Bedropoor, ecc. Le genetiche sono fornite da Sensi Seeds. Ovviamente la standardizzazione delle piante deriva da un ambiente controllato ed esso stesso standardizzato. Lo standard medico si raggiunge garantendo la presenza e quella certa concentrazione di cannabinoidi. Questo risultato lo si ottiene solo in serra e seguendo le GAP (Good Agricoltural Practices).
Per quel che riguarda i cannabinoidi la Bedrocan cerca di isolare e caratterizzare i vari cannabinoidi partendo da materiale vegetale. Avendo i cannabinoidi isolati si possono fare ulteriori esperimenti per esempio sul processo di decarbossilazione, sulla conversione di un cannabinoide in un altro, sull’influenza di un cannabinoide sull’altro, nella somministrazione tramite vaporizzatore, ecc.
Per le tecniche di somministrazione del farmaco sono molto concentrati sul vaporizzatore e cercano di coinvolgere altre figure professionali per sviluppare strumenti e metodi sempre più efficaci. Per quel che ho potuto vedere sono un punto di riferimento per chiunque svolga ricerca su Cannabis e cannabinoidi. Avendo la disponibilità praticamente immediata di materiale vegetale controllato, coltivato secondo le GAP e standardizzato in contenuto di cannabinoidi, la loro ricerca può andare avanti senza i vari ostacoli che si presentano in altri paesi europei. Senza contare la presenza in Olanda di istituzioni quali il Cannabis Bureau e NCSM [NDR. Associazione olandese per la cannabis legale e medica].

La ricerca sui cannabinoidi ha fatto, e continua a fare, passi da gigante. Basta pensare che nel 2006 M. Guzmán et al. hanno realizzato il primo trial clinico in cui una soluzione contenente THC veniva somministrata a pazienti con glioblastoma multiforme, un tumore al cervello molto aggressivo, tramite iniezioni intratumorali e quindi intracraniche. Fantascienza per l’Italia.
Lo studio, condotto comunque su pazienti terminali sui quali le terapie standard (chemio e radio) non avevano avuto risultati, ha avuto risultati positivi. Per due pazienti (su 9) l’aspettativa di vita è aumentata di 1 anno e per un paziente di 24 settimane. Ovviamente tutti i sintomi clinici come disfasia e ipertensione cranica, emiparesi, cefalea e allucinazioni, deficit motorio sono stati fortemente smorzati dal THC.
Sui motori di ricerca scientifici, tipo Pubmed (uno a caso), ci sono centinaia di articoli su molte patologie e sull’uso di Cannabis/cannabinoidi per lenirle o curarle.
In Italia si lavora e si lavora tanto, basta pensare a Di Marzo, De Petrocellis, Grassi. Il problema è sempre la regolamentazione e tutto quello che ne deriva.
Non conosco i dettagli di altri laboratori ma durate l’anno di tesi il mio prof. ordinò un flaconcino di THC, circa 25mg. Il flaconcino è arrivato dopo la mia laurea, circa 2-3 mesi dopo. Questo è solo la mia esperienza ma credo che in molti laboratori le cose siano così.
Quindi, come si può fare ricerca se nel frattempo che attendi il prodotto altri gruppi di ricerca nel mondo hanno già pubblicato nuovi e diversi studi?

Luigi Romano, laureato in Biologia Ambientale nel 2010 presso l’Università di Bari. Luigi ha avuto un’importante esperienza di scambio presso la principale ditta che ricerca sugli cannabinoidi a livello europeo. La ditta Bedrocan BV, in collaborazione con il Ministero della salute olandese, sviluppa protocolli di ricerca sulla canapa medica e attualmente rifornisce i pazienti italiani che hanno seguito la prassi burocratica per l’importazione del farmaco.

sabato 29 agosto 2015

Dalla testa al corpo

   I conflitti interiori che logorano l'organismo

Un amore sbagliato.
Una grave perdita, un lutto, una separazione, una persistente insoddisfazione sul lavoro.
Frequentissime condizioni che possono dare non solo ansia, tristezza, malinconia, ma anche malattie psicosomatiche, come eruzioni cutanee, problemi digestivi e respiratori, disturbi del sonno.
Come ben spiega la psiconeuroendocrinoimmunologia e la medicina psicosomatica, i sentimenti e le emozioni negative, soprattutto quando non espresse, possono radicarsi nel corpo.

«Ogni individuo è un’inseparabile unità fra mente e corpo: per questo, salute o malattia sono anche un’espressione di benessere o malessere psicologico», spiega Antonino Minervino, Primario dell’Unità Operativa di Psichiatria 25, a Casalmaggiore (CR) e Membro Consiglio Direttivo della Società Italiana di Medicina Psicosomatica.

«Nel malessere psicologico, ad esempio, vi è un considerevole incremento di cortisolo, ormone che in quantità eccessive, inibisce il sistema immunitario. E rende così più vulnerabili alle malattie infettive».
 
Ma i sintomi non vanno combattuti è basta perché sono anche un segnale che ci manda il nostro inconscio per dirci di cambiare.

Bisogna imparare a coniugare il sintomo con il suo significato profondo. Ammalarsi in questi casi deve diventare lo stimolo ad abbandonare gli atteggiamenti negativi, le strade poco consone alla propria natura più profonda. 
 
Anche se, si sa, per attuare questo processo spesso non basta una buona propensione all’introspezione e all’autoanalisi, ma è necessario la guida, il supporto di un esperto.
Ecco, di seguito, la spiegazione psicosomatica di alcuni tra i disturbi più ricorrenti ed il loro significato.

MAL DI TESTA
 
Cefalea ed emicrania possono segnalare il bisogno di ridurre l’eccesso di razionalità, l’esigenza di dar più voce all’intuizione e alle emozioni. Solitamente, chi soffre di cefalea è uno che deve tenere sempre tutto sotto controllo senza delegare mai, è troppo realista, imbrigliato in un progetto di vita con standard troppo elevati e conseguenti difficoltà a raggiungere gli obiettivi prefissati. «Spesso si tratta di persone che, sin dall’infanzia, hanno subito aspettative genitoriali esagerate», dice Anna Zanardi, psicologa e autrice del saggio "Il linguaggio degli organi", recentemente pubblicato per Tecniche Nuove.
«Spesso, in queste persone si nota una serie di caratteristiche ricorrenti: forti componenti ansiose, ambizione, aspirazione a dominare, tendenza al perfezionismo, grande tensione nervosa e spiccata tendenza a reprimere sentimenti negativi, come invidia ed ostilità, soprattutto rivolte a forme di successo intellettuale», osserva Minervino.

INSONNIA
 
L’insonnia è un disturbo che colpisce, di preferenza, chi non riesce a lasciarsi andare e accompagna la depressione. Spesso, chi soffre di insonnia è anche una persona profondamente insicura, che si stente esausta e sovraesposta ai rischi della vita.

TORCICOLLO
 
Chi tende a somatizzare nei muscoli e nelle ha un modello di vita piuttosto rigido, con una propensione al perfezionismo e all’autocontrollo, una costante "padronanza di se stesso", negandosi impulsi aggressivi e manifestazioni di delusione e di irritazione. «Appaiono come persone infinitamente disponibili, ma, in genere, questi tratti caratteriali sono il risultato più di una costrizione intima, neppure conosciuta come tale, che di una spontanea apertura verso gli altri».
Uno dei disturbi più frequenti, il torcicollo, si alterna spesso alle cervicalgie. «Questi malesseri rappresentano un’esacerbazione del "mantenere la testa a posto", o del "non abbassare la testa", atteggiamenti che in buona misura non sono da evitare, ma che nel loro manifestarsi in modo troppo rigido svelano la presenza di un disadattamento emotivo, che si trasforma in una costante richiesta a se stessi di maggior sforzo e volontà», dice Minervino.

DISTURBI RESPIRATORI
 
Simboleggiare la difficoltà ad affrontare da soli gli ostacoli e le lotte, piccole o grandi, che la vita inevitabilmente richiede: molto forte è, infatti, l’equivalenza della respirazione con l’autonomia. «L’esempio più classico è dato dall’asma, una malattia complessa che spesso può avere anche una base allergica, ma "nasconde" nella storia della maggioranza di queste persone un’esperienza infantile conflittuale con la madre o con figure equivalenti.
Un altro esempio piuttosto comune è rappresentato dalla tosse nervosa, indice di una grande tensione e del tentativo di sbarazzarsi di desideri percepiti come estranei o pericolosi.
Non a caso, sentimenti di collera o di ira che non si riescono ad esprimere a parole sono spesso alla base della tosse cronica», dice Minervino.

ORTICARIA,
psoriasi ed altre patologie dermatologiche
 
La pelle rappresenta uno dei più importanti organi di espressione emotiva.
Pelle e sistema nervoso si sviluppano dallo stesso gruppo di cellule dell’embrione, l’ectoderma: è come se fossero due facce, una esterna ed una interna, della stessa funzione. Sarà per questo che la pelle è lo straordinario confine fra il dentro ed il fuori, specchio dell’anima e grande strumento di comunicazione.
Ma qual è il problema alla base di chi soffre, per esempio, di un disturbo specifico, come l’orticaria?
«Sono persone con una tendenza ad adottare atteggiamenti passivi nei rapporti umani. Hanno una spiccata componente ansiosa associata ad una scarsa tolleranza all’ansia stessa, una grande vulnerabilità nei rapporti sentimentali ed un elevato grado di insicurezza. In particolare, il prurito, tipico sintomo dell’orticaria, indica la scarsa propensione a reggere una tensione emotiva, irritabilità, ansia, problemi sessuali, sentimenti di colpa, paura e collera ed inibizione dell’aggressività, spesso accompagnate da uno stile ossessivo», dice Minervino.

ALLERGIE
 
Esprimono un reazione aggressiva volta a difendersi simbolicamente da ciò che attrae e che, insieme, si percepisce come pericoloso. «Esprime la paura della persona verso chiunque, anche verso il proprio partner. Non è raro che il soggetto allergico riconosca l’altro per il suo bisogno di intimità, ma lo tratti, nello stesso tempo, come uno sconosciuto, un estraneo», spiega Zanardi. Aggiunge Minervino: «Chi soffre di problemi allergici di solito porta in sé un bisogno più o meno profondo di protezione, di attenzioni premurose e protettive.
Spesso si tratta di persone ipersensibili, che hanno difficoltà ad avere relazioni che comportano troppa distanza».

PROBLEMI CARDIACI
 
Spesso chi manifesta "problemi di cuore" ha fortemente compresso le sue emozioni e pulsioni istintive, si è trincerato dietro una cortina impenetrabile. Psicosomaticamente, chi è affetto da angina pectoris è spesso descritto come un individuo che nella vita si è preso particolarmente "a cuore" qualcosa o qualcuno e, per tale motivo, si è isolato, almeno dal punto di vista psicologico, da tutto e tutti. Questa persona tende, di conseguenza, ad evitare le relazioni, ad interiorizzare molta aggressività e a manifestarla solo in rare occasioni», spiega Zanardi.
Diverso, invece, il profilo psicosomatico di chi è stato colpito da infarto cardiaco.
«L’infarto spesso rappresenta il punto d’arrivo di sofferenze interiori croniche, prolungate.
Chi ne è stato colpito, non di rado ha una paura molto radicata della perdita, che si trasforma in una depressione mascherata. È una persona insicura, dipendente, vulnerabile, ma che tende a negare e a reprimere queste sue caratteristiche e bisogni. Anche a se stesso».


GASTRITE
e altri disturbi dell’apparato digerente
 
Soffrire, con una certa frequenza, di gastriti, bruciori di stomaco e altri disturbi digestivi denota un atteggiamento spesso rinunciatario, una mancanza di fiducia nelle proprie potenzialità. Osserva Zanardi: «Chi soffre di malattie gastriche è lacerato tra due poli opposti: reprime l’aggressività, oppure esplode in reazioni iperaggressive. Si sente spesso rifiutato dagli altri, ha forti bisogni di dipendenza e di sicurezza; è profondamente frustrato da eventuali insuccessi e facilmente vulnerabile nella sfera affettiva. Tende anche a soffrire di rabbia repressa e di forme di invidia». Il consiglio per superare queste difficoltà? Aumentare la consapevolezza emotiva e accettare il bisogno di protezione, di attenzioni, spesso mascherate da un’apparenza di orgoglio e di indipendenza.

STITICHEZZA CRONICA E COLON IRRITABILE
 
Secondo la psicosomatica, la stipsi cronica riguarda, di preferenza, le persone che presentano caratteristiche quali ostinazione, metodicità e parsimonia. Caratteristiche che, all’estremo, portano all’intolleranza, alla pedanteria e alla avarizia. «La colite è spesso l’espressione di uno stress protratto ed è connessa a fattori emotivi legati ad una struttura di tipo ossessivo o ad ansia e depressione», dice Minervino. Anche nella rettocolite ulcerosa, malattia dell’intestino tra le più gravi, frequentemente si rileva una marcata componente emotiva, con presenza di forme depressive, esperienze di perdita (reali quanto immaginate) e di situazioni vissute come minacciose per la propria esistenza. «Spesso, le persone che ne sono colpite vivono con estremo disagio i cambiamenti nel mondo del lavoro o nel loro ambiente abituale e tendono ad inibire ogni forma di aggressività», sottolinea Minervino.

lunedì 24 agosto 2015

La malattia non esiste, è solo autodifesa

Ogni volta che l’organismo è costretto a difendersi contro le minacce esterne come le impurità fisiche o le influenze discordanti, come lo stress o l’ipersensibilità, sviluppa in maniera naturale le emozioni di paura e insicurezza.
Queste emozioni hanno lo scopo di metterci in allerta di fronte alle difficoltà che l’organismo sta vivendo per mantenersi efficiente e in salute.

sistema-immunitario

Sono numerose le minacce potenziali, incluso un vasto numero di inquinanti prodotti dall’uomo stesso. Altre sono nascoste in migliaia di cibi e bevande industriali. La maggior parte dei prodotti alimentari che si trova in commercio è trasformata e raffinata, ha perso il valore nutritivo e non ha alcuna utilità, se non quella di fornire calorie vuote. Quando qualche ingrediente vitale rimane in questi alimenti, la cottura nei forni a microonde, nelle friggitrici o il congelamento lo neutralizza, permettendoci di assumere pochi nutrienti sani dal cibo che consumiamo.
Questo fa sì che il sistema immunitario sia incessantemente impegnato nel tentativo di difendere l’organismo da una serie di sostanze nocive, come additivi chimici, conservanti, aromi artificiali, stabilizzanti, emulsionanti, tossine e veleni con cui vengono prodotti i farmaci per garantirne l’efficacia.
Inoltre esistono le scorie metaboliche dell’anidride carbonica, che il corpo cerca di eliminare attraverso il respiro. Essendocene troppa nell’atmosfera, a volte l’equilibrio è disturbato: quando ingeriamo bevande gassate forziamo questo gas a rimanere nel corpo. Questa situazione innaturale acidifica il sangue e mina l’equilibrio metabolico di ogni cellula del corpo. Uno stile di vita sedentario può aggravare la situazione.
Se si ingeriscono poi sostanze sintetiche, come i dolcificanti artificiali (aspartame e saccarina), il corpo li scompone in metanolo e altri veleni. Questo va a minare la salute delle cellule e manda in tilt l’equilibrio endocrino. Questi elementi vanno a sfondare la barriera protettiva cerebrale, causando danni al sistema nervoso centrale e causando come conseguenza caos in tutto il corpo. Sono stati registrati più di 94 sintomi di malattie causate dal solo aspartame, morte compresa. Occorre tenere presente che l’aspartame viene aggiunto in più di 9.000 diversi alimenti e bevande, tra cui cereali, bevande dietetiche, dolci, succhi di frutta, biscotti, gomme da masticare e dentifrici: per questo è utile leggere le etichette dei prodotti per accertarsi che non sia presente tra gli ingredienti.

Quando il corpo non è più in grado di affrontare in modo adeguato minacce per la salute come queste, il sistema immunitario entra in una fase drammatica, reagendo all’allerta. Questa risposta, può causare stress emotivo, come ansia e panico. Questa reazione viene chiamata dalla medicina convenzionale malattia. Si tratta, in verità, di tossicità.
La malattia non è un segnale di qualcosa di sbagliato nell’organismo. Al contrario, essa mostra che il corpo sta cercando di difendersi contro qualcosa di estraneo. Le malattie dovrebbero essere viste come varie fasi di auto-difesa. L’organismo utilizza un intero arsenale di armi di difesa altamente sofisticate, per scongiurare gli effetti nocivi derivanti dalle minacce per la salute.

La prima linea di difesa è composta da minuscoli microrganismi amici e da microplasmi (invisibili alla maggior parte dei microscopi) che vivono sulla pelle e nelle mucose. In natura esistono ovunque. Questi organismi minuscoli costituiscono la principale difesa per il mantenimento dell’omeostasi e dell’equilibrio del corpo.

La seconda linea di difesa coinvolge il sistema immunitario del corpo, che si occupa principalmente della protezione delle cellule. L’acido cloridrico dello stomaco viene utilizzato per neutralizzare elementi nocivi come i parassiti. Se le sostanze nocive che passano attraverso il sistema digestivo sono molte, le mucose aumentano di dimensione per catturare ed eliminare gli intrusi. La mucosa normalmente si auto-rigenera dopo il contatto con le sostanze irritanti. L’esposizione continua, tuttavia, fa sì che questa linea di difesa si indebolisca. Di conseguenza, le diverse strutture degli organi diventano suscettibili ai microbi e si danneggiano e infiammano.

La risposta dell’organismo a questa minaccia, che costituisce la terza linea di difesa, è comunemente nota come infezione. L’infezione non è causata dai microbi, ma dalla costante sovraesposizione dei tessuti del corpo a queste tossine irritanti. I microbi sono sempre presenti nel corpo e sono assolutamente innocui finché non vengono chiamati in causa per ripulire il tessuto cellulare danneggiato. Essi producono, per portare a termine la loro attività di bonifica, delle tossine molto potenti. L’infezione stessa, che spesso coinvolge le principali funzioni linfatiche, è il risultato di una risposta immunitaria massiccia (aumento di anticorpi e cellule immunitarie). In questa fase di sviluppo della malattia, i tessuti si possono danneggiare, dando luogo a difetti. Questo non è che l’inizio della malattia cronica, che rappresenta la linea di difesa finale.

Quando infine le tossine si fanno strada nel tessuto che circonda le cellule del corpo, il tessuto connettivo, e nelle cellule stesse, alcune di esse vengono escluse dall’integrazione di ossigeno e nutrienti. Questo causa un’acidità all’interno della cellula, che rende inefficace il suo sistema immunitario. Per sopravvivere all’assalto delle sostanze acide, il nucleo della cellula non ha altra scelta: muta, riprogramma i suoi geni che iniziano a comportarsi in maniera cancerosa.
Questa risposta rappresenta solo un aspetto della strategia di difesa intelligente dell’organismo. La cellula sacrifica il suo stato di normale equilibrio per proteggere il corpo dalla morte improvvisa per intossicazione e deperimento. Le cellule cancerose imparano a vivere senza ossigeno. Per sopravvivere, utilizzano come fonte di energia i prodotti di scarto del metabolismo bloccati all’interno dell’area congestionata e acidificata, portando un sollievo temporaneo. L’acidosi è la causa più comune di malattia, infatti può paralizzare l’intero sistema immunitario.

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L’aspetto tangibile della malattia è di solito accompagnato dall’emergere di emozioni represse, che si erano prima annidate nell’ombra della propria personalità. Avere abitudini dannose è fondamentalmente una forma di negazione di sé. E quando non ci si piace, si tende naturalmente a cercare l’amore e l’attenzione degli altri. Tutta l’energia e la passione vengono incanalate nell’accettazione esterna e nell’approvazione degli altri. Una bassa autostima porta sulla difensiva. Ciò si verifica in genere quando non si può ottenere dagli altri ciò che si desidera da sé stessi. E’ però più probabile essere delusi da ciò che arriva dall’esterno e, per seppellire il dolore o negarlo, si copre la frustrazione, tentando di riempire il vuoto interiore con forme di auto-distruzione, come abuso di alcol, nicotina, caffeina, zucchero, cibo spazzatura, sesso, denaro, potere.

Il corpo è costretto a difendersi da questi attacchi diretti o indiretti fino a quando una linea di difesa dopo l’altra si rompono. La fase finale di questo sistema intelligente di difesa dell’organismo è la malattia cronica, come le malattie cardiache, l’artrite o il cancro. Queste malattie non sono altro che un ultimo appello, un SOS che avvisa l’utente dell’attacco che sta subendo.

Prendere la propria salute in mano è un modo molto potente e diretto per sviluppare la propria forza interiore, il senso di sicurezza e l’amor proprio. Il corpo, in questo modo, non avrà più bisogno di difendersi.

La depurazione del corpo è un atto di amore e di auto-accettazione e viene interpretato dal corpo come una luce verde per guarire e ringiovanire. Depurazione significa anche rimuovere correttamente paura, rabbia, traumi, bassa autostima dalla memoria cellulare dell’organismo. Questo convince il corpo che non c’è più bisogno di difendersi, cioè, di ammalarsi. Tutte le emozioni negative si inscrivono all’interno dell’accumulo di materiale tossico. Ad esempio, la rabbia, è dal punto di vista energetico intrappolata all’interno dei calcoli biliari. Eliminando le pietre e le tossine dai dotti biliari del fegato e dalla cistifellea, significa rimuovere naturalmente le emozioni intrappolate. Una persona che purifica il fegato da queste tossine si sente sollevato, più gentile e amorevole verso se stesso e gli altri. La sua frequenza vibra ad una nota più alta, la nota di amore e di auto-accettazione. Allo stesso modo, la dissoluzione e la rimozione di grassi accumulati nei reni e nella vescica elimina vecchie paure di solito legate alla propria educazione. Una profonda pulizia del colon permette al corpo di rilasciare vecchie credenze e limiti auto-imposti.

Qualsiasi tipo di purificazione emozionale deve però prima partire da quella fisica. Questo perché qualsiasi genere di congestione nei sistemi digestivo, linfatico, respiratorio, urinario, circolatorio, ecc, innesca la paura nel corpo. E la paura alimenta tutte le altre emozioni negative.

(...)

Articolo a cura di ©generazionebio.com

mercoledì 19 agosto 2015

Le mie metastasi sparite con la dieta

Dal Blog di Gioia Locati

Questa è la storia di Veronica. Che due anni fa ha scoperto un tumore già esteso. E, dopo poco, recidive ad altri tre organi. Nonostante 11 cicli di chemioterapia (sei la prima volta e cinque la seconda) c’erano ancora quattro metastasi, al fegato e ai polmoni.
“Non potevo più continuare con la chemioterapia, ero piegata dai dolori e soggetta a crisi convulsive” racconta lei che ora ha 54 anni e sta bene.

L’oncologia ufficiale non ha dato alternative a Veronica, il protocollo è quello. E lei, che ha due fratelli medici, uno in Messico (ematologo) e uno in Francia (immunologo), ha scelto da sola la sua terapia salvavita, un mix di sana alimentazione e integratori. “Ma prima di ingerire qualcosa, chiedevo puntualmente il loro parere”. E l’ok è sempre arrivato.

Veronica è violinista. Non ha mai abbandonato il suo lavoro di orchestrale, neppure nei momenti peggiori. “La musica è la mia vita – dice – Ho scelto di non rinunciare ai concerti, anche quando avrei rischiato di ammalarmi stando in mezzo alla gente perchè avevo le difese immunitarie azzerate dalla chemio”. 

Sentiamo come Veronica ha composto la sinfonia che l’ha guarita.

“Durante la chemio ero ingrassata 15 chili. Per combattere la nausea mangiavo pasta e tanti spuntini con il pane. Ho cominciato a eliminare le farine raffinate e lo zucchero. Non solo: anche carne e latticini. Sono sempre stata golosa, mettevo due cucchiaini di zucchero nel caffè, ne bevevo tre o quattro, quindi ho tolto gli otto cucchiai di zucchero al dì. Spesso prendevo anche una Coca cola, con la scusa della pressione bassa. Facevo colazione con la brioche. A pranzo mangiavo pasta e la sera, molte volte, una tazza di latte, sempre con brioche. E siccome consumavo poca carne, ero convinta di mangiare bene…”.

Dove o da chi ha appreso che questi sono errori alimentari?

“Soprattutto dagli studi sui cinesi di Colin Campbell e dai testi di David Schreiber (lo psichiatra e neuroscienziato francese vissuto 19 anni con un tumore al cervello), tutti i libri e le ricerche sull’alimentazione concordano su questi punti…
Ho quasi eliminato le proteine animali, ogni tanto il pesce azzurro o pochissima carne usata come condimento. Ho sostituito la pasta bianca con grandi piatti di riso e quinoa. Preparo il pane in casa (uso la macchina che impasta e cuoce) con farine biologiche e integrali al 100%, alterno avena, grano, segale. Vi aggiungo semi, lino, zucca o girasole”.

La colazione?

“Trenta minuti prima di mangiare prendo l’ascorbato di potassio, adatto a contrastare l’acidità del corpo che è il terreno fertile del cancro. Poi inizio con una tazza di tè verde. Quindi caffè e latte vegetale (avena, farro, miglio, mandorle, riso), sul pane spalmo marmellata biologica senza zucchero o miele di agave che ha il pregio di non alzare la glicemia. Poi tanta frutta secca, noci, nocciole, anacardi. A metà mattina bevo un litro di centrifugato (sedano, finocchio, carote, frutta, quello che ho, con aggiunta di zenzero, potente anti-infiammatorio), un giorno vi aggiungo una bustina di glutatione in polvere (catena di aminoacidi antiossidanti), un altro l’aloe o le bacche di goji”.

Il pranzo?

“Cerco di variare il più possibile i cereali, quasi mai la pasta bianca. Condisco i piatti come farei con la pastasciutta, pomodoro, verdure o erbette e spezie. Provo a inserire la curcuma dappertutto. Da messicana cucino volentieri fagioli e tortillas di mais. Tutti i giorni un’insalata di verdure crude e semi”

La cena?

“Zuppe di legumi, minestroni, passati, tortini di verdure o il latte. Ma, quest’ultimo, solo vegetale e con cereali non zuccherati industrialmente: fiocchi d’avena con un po’ di miele d’agave e cannella”.

In questo modo le sono scomparse 4 metastasi, dopo quanto tempo?

“Sono sparite completamente dopo un anno di alimentazione sana. Ma, come dicono i medici, non si può sapere se questo è stato l’effetto ritardato della chemio o un miracolo. Colin Campbell (l’autore di The Cina Study) ha una spiegazione scientifica: per lui sono riuscita ad affamare le cellule del mio cancro e a impedirne la proliferazione”.

Ma cosa le ha detto l’oncologa, quando, dopo un anno, ha visto che ecografie e Tac non mostravano più segni del tumore?

“Prima mi ha chiesto se avessi seguito qualche cura, poi, quando le ho detto che ho stravolto il modo di mangiare e inserito un paio di integratori, mi ha guardato come avrebbe fatto con una bambina che crede alle favole”.

Però le ha detto che la favola non è vera.

“Sì. Prima ha detto che l’alimentazione non c’entra. Poi ha aggiunto che ‘nessuno ha la verità assoluta'”.

fonte: http://blog.ilgiornale.it/locati/2014/12/09/le-mie-metastasi-sparite-con-la-dieta/

Non conoscevo David Schreiber e così dopo aver fatto una ricerca e letto un po' qua e un po' là, mi sono soffermata sul punto di vista Valdo Vaccaro (espresso e postato sul suo blog il 12 agosto 2011) che preferisco condividere qui di seguito integralmente invece di indicarlo soltanto con un link:


DAVID SERVAN-SCHREIBER, IL GURU DEGLI OMEGA-3 


LETTERA 
LA TRISTE FINE DI UN PERSONAGGIO FRANCESE DI ALTO LIGNAGGIO 

Caro Valdo, mi trovo attualmente nel Sud della Francia.
In questi giorni il paese è scosso dalla vicenda del medico, psichiatra e naturopata David Servan-Schreiber, un personaggio bello, ricco, famoso e, come non bastasse, disponibile e simpatico.
Un essere eletto ed invidiato insomma.
Ed è morto di cancro a soli cinquant’anni.
L’eccezionalità del triste evento di cronaca sta nel fatto che quest’uomo preparatissimo, constatato vent’anni fa di avere il “male del secolo”, ha rinunciato volutamente a farsi curare dai colleghi oncologi (quelli della chemio), per auto-curarsi con la dieta ortomolecolare e le filosofie orientali.

LE POLEMICHE POST-MORTEM DEGLI ONCOLOGI 

All’inizio la cosa ha funzionato, e David ha raccontato in vari best-seller la sua lotta vittoriosa contro il morbo. Ma alla fine anche lui ha dovuto arrendersi.
E subito la canea dei giornalisti e degli opinionisti di regime si è scatenata contro ogni tipo di cura alternativa alla medicina ufficiale.
C’è stato addirittura chi, debitamente imbeccato dai “luminari” di tale “scienza”, tipo il nostro ineffabile Veronesi, ha sentenziato che il povero Servan-Schreiber sarebbe ancora vivo e vegeto se non avesse dato retta alle perniciose chimere della naturopatia orientale e si fosse affidato a dei veri “specialisti oncologi”. 

L’OPPORTUNITA’ DI FARE UN COMMENTO SULLA VICENDA

Nessuno ha tuttavia osservato che il cancro si combatte prevenendolo anziché tentando di combatterlo.
Nessuno ha fatto un cenno agli errori macroscopici che l’uomo commette nei suoi stili di vita.
Sarebbe bello che tu, non appena possibile, commentassi, da par tuo, tale vicenda.
In internet, specialmente nei siti francesi, troverai un’ampia documentazione sull’argomento.
Con la più viva cordialità.
Antonio da Venezia
   

 *****
RISPOSTA

FIGLIO DI JEAN-JACQUES SERVAN-SCHREIBER, GIORNALISTA, IMPRENDITORE, UOMO POLITICO, AUTORE DEL BEST-SELLER MONDIALE “LA SFIDA AMERICANA”

Ciao Antonio, grazie dei tuoi messaggi.
DSS, o David Servan-Schreiber, figlio di Sabine Becq de Fouquières e di Jean-Jacques Servan-Schreiber, autore negli anni 70 di un memorabile best-seller mondiale come “La sfida americana” non è per niente un tipo qualsiasi, ma una persona di grande peso e prestigio, soprattutto in Francia e nel Nord America. 

FALLIMENTARE LA CHEMIO EVITATA MA FALLIMENTARE ANCHE LA DIETA ADOTTATA IN CONCRETO

Uomo importante non solo per esser stato membro del Consiglio di Amministrazione di “Medicine Senza Frontiere” dal 1991 al 2000, o per le sue attività di ricerca sulla cibernetica e sulla neurologia, che gli hanno permesso di ottenere uno dei primi dottorati americani sulle neuroscienze cognitive.
Non solo per gli articoli su Science circa l’influenza delle emozioni sui processi cognitivi a livello neuronale, o per le sue posizioni direttive e di docente presso l’Università di Pittsburgh-Pennsylvania. (Ospedale Shadyside, Divisione Psichiatrica).
Famoso soprattutto, dal punto di vista umano, per essersi dedicato per vent’anni alla cura della sua condizione cancerosa, rinunciando alla chemioterapia e ad ogni intervento chirurgico, nonostante fosse attorniato in continuazione da colleghi medici e chirurghi di ogni spessore.
Non sorprende affatto la canea giornalistica e nemmeno le sentenze del professor Umberto Veronesi.
Su ogni cosa si può dire di tutto, visto che comunque mancano le controprove.
Bisognerebbe riportarlo in vita e fargli rifare l’intero percorso, con tanto di bisturi, chemio e cure. Onestamente, statistiche alla mano, potrebbe non risultare affatto un grande affare per lui, anche se solo da un punto di vista virtuale. 

LEGAMI CON RICHARD BELIVEAU, GURU DEL THE VERDE, DEL SALMONE E DEGLI INTEGRATORI 

Quello che però irrita profondamente, è il silenzio della stampa sulle frequentazioni, sulle idee e sulle iniziative di DSS in questi ultimi anni, visto che questi dati possono spiegare, meglio di ogni altra cosa, l’inconsueta e tragica conclusione della sua vita.
Nessuno che abbia fatto un minimo cenno ai legami di DSS con Richard Beliveau, discutibilissimo guru francese della medicina orto-molecolare, del succo di balena, del sushi, degli integratori.
Collezionista di arte giapponese, e fin lì nulla di male, ma disposto pure a mettere cadaveri di salmone sia nel suo the verde che nella spremuta d’arancia, e pronto ad esaltare cioccolato e vino rosso, considerando il tutto come panacea alimentare anticancro. 

UNA NETTA CADUTA VERSO IL BASSO

La Francia, per tradizione, ha sempre offerto grandi autori in fatto di filosofia, di matematica, di arte e di alimentazione. Ma in questi ultimi anni, partendo da Michel Montignac (guru dei punti glicemici, scomparso lo scorso anno) a Pierre Dunkan, brutta copia del già pessimo Robert Atkins, e al citato Beliveau, c’è davvero di che sorprendersi in negativo.
La grandeur francese finita davvero sotto i tacchi, nel modo più disonorevole possibile. 

GLI OMEGA-3 ITTICI E LE MALATTIE AUTOIMMUNI 

L’aspetto sconcertante della vicenda DSS, sta proprio nei suoi legami con le odiose pastiglie di Omega-3 ittiche, notoriamente dannosissime per la salute umana, in quanto caratterizzate da prostaglandine tipo II, negative e vasocostrittrici, causanti ritenzione idrica, aggregazione piastrinica, infiammazioni, ipertensione e ricorso ai cortisonici (al contrario degli Omega-3 naturali di mandorle, pinoli, semini, radici, caratterizzati da prostaglandine positive tipo I e III, dilatatrici ed antinfiammatorie, ottime per combattere tutte le malattie autoimmuni, la sclerosi multipla, l’autismo, la Sjogren, la SLA, la LAS, il lupus, secondo metodi naturali e non farmacologici).
Chi ha letto le mie tesine “Il pianeta pesce e gli Omega-3”, del 13/2/09, “Gli Omega-3 e il frullato di granchi e scorpioni”, del 10/5/09 e “Ubriachi di zona, di eicosanoidi e di sangue marino”, del 7/10/09, eviterà certamente di cadere nei terribili errori commessi da David Servan-Schreiber

I LIBRI DI DSS HANNO FATTO SCHIZZARE IN ALTO LE VENDITE DI OLIO DI PESCE

Probabilmente influenzato dai pessimi dietologi francesi, dalla scuola Kousmine-Pauling e dalla ultra-bidonistica dieta a Zona, DSS è caduto nella rete delle pastiglie di olio. Non certo del buon olio d’oliva, o magari di quelle di lino, ma nelle pastiglie d’olio di pesce, ricavato da innominabili scarti cadaverici, da occhi, ossa e intestini pressati per estrarne gli aromi di morte.
A seguito dei suoi best-seller Guerir e Anticancer (oltre un milione di copie vendute per ciascuno di essi), la richiesta di Omega-3 sul mercato francese, e non solo su quello, si moltiplicò in modo impressionante. Al punto che DSS formò e diresse pure un’impresa commerciale di distribuzione delle odiose pasticche di pesce.

UNA FIDUCIA MAL RIPOSTA SULLE PROSTAGLANDINE ITTICHE

DSS non aveva certo bisogno di fare soldi alle spalle di tonni, delfini e balene, dato che già ne faceva a bizzeffe, grazie alle sue lucrose attività professionali. Probabilmente ci ha creduto davvero. Probabilmente non faceva come i produttori di integratori che li vendono ma non li prendono.
Faceva un po’ come chi continua imperterrito a bere latte e a mangiare latticini, nella ferma convinzione che gli facciano bene, anche se in realtà lo stanno calcificando ed artrosizzando a suon di calcoli e stalattiti, lo stanno acidificando e lo stanno osteoporosizzando.
Lui le pasticche di Omega-3 le prendeva davvero tutti i giorni, pensando che fossero ottime per la sua depressione, e magari anche per il tumore che lo continuava a mordere dall’interno.
Non si può dire che gli abbiano giovato. Acidificare una persona che ha già una patologia acida-yin quale il tumore è una cosa gravissima. Strano che nessuno dei suoi amici, luminari e scienziati quanto il fante di briscola, non glielo abbiano mai detto.


Valdo Vaccaro