Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

domenica 23 marzo 2014

Dott.ssa De Petris, licenziata per una verità scomoda


UN LICENZIAMENTO SIGNIFICATIVO

di Angelo Bavaro

La mia amica Dott.ssa Michela De Petris mi ha chiesto di diffondere questo importante accadimento:
Mercoledì 5 marzo a “Le Iene” su Italia1 è andato in onda un interessante servizio tutto documentato su come un signore malato di tumore sia riuscito a bloccare la malattia grazie anche all'introduzione di una alimentazione vegana, in gran parte crudista.

Michela, dott.ssa sia privata ma anche specialista al San Raffaele di Milano, ha dato la sua disponibilità a spiegare alle telecamere in che modo tutti i suoi pazienti siano riusciti a trarne tanto beneficio.
Il giorno dopo ha iniziato a ricevere migliaia di chiamate da tutta Italia a cui lei sta cercando di dare risposte, perché è una persona eticamente corretta.

L'ho incontrata oggi e mi ha detto che ieri il suo primario del S.Raffaele l'ha chiamata e l'ha licenziata in tronco.


Lei mi ha spiegato che il suo ospedale prende molti soldi dalle cure farmacologiche che danno ai pazienti malati di tumore e quindi, per interessi prettamente economici, il suo intervento ha danneggiato la struttura.

Capite? Se ne fottono della salute dei pazienti!


Ebbene, Michela, che è una grande professionista, guardandomi negli occhi mi ha detto che lo rifarebbe altre cento volte, perché è molto più importante informare le persone piuttosto che lasciarle all'oscuro di certe cose così importanti solo per interessi economici.

Se volete, aiutatemi a diffondere la notizia.
Queste sono esattamente le parole di Michela, quindi non è una mia interpretazione.
Lei stessa mi ha chiesto di aiutarla a diffondere la verità al fine di aiutarci.

Grande stima da parte mia, cara Michela.

martedì 4 marzo 2014

Norman Cousins, un uomo che guarì ridendo

Testimonianza pubblicata e riportata qui da NasiRossi

Condannato a pochi mesi di vita dai medici guarisce ridendo

Nessuno meglio del giornalista americano Norman Cousins ha saputo testimoniare come sia possibile guarire grazie ad alcuni determinanti fattori positivi.
È quando aveva 10 anni che inizia la sua storia di guarigione, a causa di una diagnosi sbagliata in quanto venne mandato in un sanatorio per ammalati di tubercolosi. Qui, i bambini si dividevano spontaneamente in quelli che credevano nella possibilità di guarire e altri che cedevano alla malattia. Questa esperienza lo rese consapevole di come “la forza della mente” può vincere la malattia e giocò un ruolo fondamentale nella sua vita. Nel 1979 il giornalista si ammalò di una grave forma di spondilite anchilosante, una tremenda malattia dei tessuti connettivi delle articolazioni che lo costrinse immobilizzato in un letto d’ospedale tra atroci dolori e con una prognosi di pochi mesi di vita. Norman aveva sentito parlare degli effetti terapeutici del buon umore delle potenzialità antinfiammatorie della vitamina c e del suo valore coadiuvante del sistema immunitario.
Testardamente convinse il suo medico curante a tentare una nuova terapia, dismettendo tutti gli inutili farmaci che, a suo dire, non facevano altro che avvelenarlo , facendosi introdurre per via endovenosa massicce dosi di vitamina C (fino a 25 g al giorno) e , soprattutto, bombardandosi con la folle comicità dei fratelli Marx e di vecchi filmati in candid camera.

Il fatto che Cousins dopo ogni film stesse meglio di prima, che il suo livello di infiammazione a cui era soggetto diminuisse lievemente ma costantemente, non impietosì la dirigenza dell’ospedale che , al suo rifiuto di smettere quella bislacca terapia, lo dimise.
Questo, per lui fu un enorme vantaggio perché non era più sottoposto agli orari ospedalieri e nella camera d’albergo che aveva affittato risparmiava denaro e così potè potenziare la cura.
In capo ad alcuni mesi tornò a scrivere a macchina e dopo un anno era completamente ristabilito e narra che la sua più grande soddisfazione fu incontrare il medico che gli aveva prognosticato dodici mesi di vita ma soprattutto salutandolo stringendogli la mano con forza.
Il giornalista ricevette la laurea honoris causa dell’università di Los Angeles , ma tre anni più tardi fu colpito da un infarto del miocardio, dal quale si risollevò con lo stesso caparbio ottimismo che lo aveva aiutato a sconfiggere la spondilite.


I medici curanti di Cousins isolarono alcuni comportamenti significativi nel suo affrontare la malattia come:


    L’assenza di panico;


    L’estrema fiducia nelle capacità del proprio organismo di utilizzare la sua saggezza profonda;


    Un irrefrenabile buonumore e allegria;


    Aver condiviso la responsabilità della propria guarigione stabilendo con i medici cooperazione.


Norman cousins sottolineò infine che atteggiamenti e stati emotivi positivi possono influire profondamente sull’ attività biochimica dell’organismo.