Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

domenica 28 ottobre 2012

Il linfoma non è più un problema, la “giustizia” sì


Questa notizia l'ho trovata pubblicata qui (una sito che ho trovato interessante e quindi mi permetto di consigliarvi di andare a sbirciarlo!)

Sette anni fa guarisce dal cancro, oggi i giudici decidono che deve restituire i soldi delle terapie: 41 mila 178 euro. Perché la sua malattia non si poteva curare come ha fatto lei e cioè con il metodo Di Bella.

Barbara Bartorelli, quarantenne bolognese, scopre undici anni fa di avere un linfoma di Hodgkin. Si affida alle cure tradizionali, affronta quattro cicli di chemioterapia ma, dopo pochi mesi, la malattia ritorna più aggressiva.

I medici le prospettano la soluzione del trapianto senza però garantirle la guarigione. La donna non vuole rischiare, non se la sente di “farsi ridurre a zero le difese immunitarie e di assumere grandi quantità di antibiotici”, decide di provare con il metodo Di Bella. Dopo pochi mesi migliora. E, piano piano, quei i benefici diventano stabili.

Per pagarsi la terapia, sui duemila euro al mese, chiede soldi ad amici e a parenti e c’è anche chi, per racimolare la cifra, organizza per lei tornei di calcio. Passano altri mesi e, d’accordo con gli avvocati, Lorenzo Tomassini e Luca Labanti, Barbara fa causa alla Asl per ottenere il rimborso.

Due le pronunce a lei favorevoli, un decreto d’urgenza nel 2004 e una sentenza di merito nel 2006. I giudici constatano – grazie anche alle perizie di oncologici incaricati dai magistrati – che Barbara è guarita e che non ha un reddito tale da permetterle di pagarsi le cure. La Asl però impugna la decisione. E sei anni dopo, ossia a fine agosto di quest’anno, arriva il verdetto della corte d’appello.

Barbara non avrebbe potuto fare quella cura, perché, recita la sentenza  una sperimentazione ministeriale stabilì che era inefficace. Non solo. Poche righe più sotto si legge che la malattia di Barbara non era fra quelle oggetto di sperimentazione nel 1998 (infatti, non venne testato il suo linfoma, ma un altro, il non Hodgkin).

Non è finita. I tre magistrati, autori della sentenza d’appello, dichiarano che i loro colleghi non avrebbero dovuto affidarsi a esperti, a medici incaricati di esaminare le cartelle cliniche della paziente, visto che nel 1998 la sperimentazione ministeriale stabilì che la terapia Di Bella non era valida.

Testuale: All’autorità giudiziaria non compete di accertare, mediante l’ammissione di una consulenza tecnica di uffici, l’efficacia terapeutica del trattamento del prof Di Bella, in relazione alla patologia tumorale in coerenza con il principio dell’ordinamento secondo cui la legge ha attribuito ad appositi organi tecnici il potere di effettuare la sperimentazione…

L’avvocato Lorenzo Tomassini è stupefatto: “E’ assurdo, come si può stabilire per legge che è vietato indagare? Oserei dire: vietato guarire. Alla base del diritto civile c’è la possibilità di emettere provvedimenti d’urgenza per tutelare i casi limite. Lo stesso diritto civile prevede che si guardi all’obbiettività della situazione, la signora Bartorelli è guarita. Ha ottenuto un indubbio beneficio da quella terapia, invece non sappiamo quali risultati avrebbe avuto con un trapianto… com’è possibile che un giudice non si curi del fatto che un malato di tumore è guarito? Il diritto alla salute è sacro e inviolabile”.

E il diritto alla libertà di cura? Barbara Bartorelli annuncia un prossimo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo: Perchè dobbiamo accettare che lo Stato sia tutore della nostra salute? Perchè la commissione del farmaco deve decidere come si deve curare un malato? Se le terapie non funzionano, il nostro Stato - lo stesso che si interroga sull’opportunità del testamento biologico – ci lascia morire. E che colpa avrei io? Di non aver accettato di andare all’altro mondo a 32 anni? Chiedo la libertà di rivolgermi al medico che scelgo e che sia lui a decidere cosa è meglio per me, non un prontuario stabilito da una azienda farmaceutica!”

altra fonte: blog.ilgiornale.it

Voglio inoltre ricordare che proprio quest'anno (2012) messer Veronesi ha finalmente certificato la validità  / l'efficacia della Terapia Di Bella.

venerdì 26 ottobre 2012

dal blog di Valdo Vaccaro (questo ed altro!)


LA MITICA CELLULA CANCEROGENA


I medici ci hanno imbrogliati per anni e anni, ponendosi alla ricerca dell’Araba Fenice, della mitica cellula cancerogena. La cellula cancerogena in realtà non esiste, ed è proprio per quello che la ricerca sul cancro è tutta una presa per i fondelli. La cellula cancerogena non è che una cellula normalissima, malnutrita e male-ossigenata, sulla quale vanno a crescere e a sovrapporsi delle cellule normali.

OGNI CELLULA E’ UNA MICRO-CITTA’ IN MOVIMENTO

Ogni cellula attiva è un organismo vivente di per sé, una specie di minuscola metropoli dove avvengono le più svariate operazioni biochimiche ed elettriche. Richiede rifornimento costante di carburante e di ossigeno, e deve essere pure ripulita costantemente dai suoi escrementi.

UNA NURSE CELLULARE CHIAMATA LINFA

La nurse cellulare, responsabile di questa cura, è la linfa, cioè il liquido extracellulare che avvolge in bagno costante la cellula stessa. 
Linfa che è poi derivazione e continuazione della corrente sanguigna.
La qualità della linfa non è casuale e dipende dalla qualità (cioè dalla fluidità) del sangue.
La qualità del sangue dipende dalla qualità della dieta e dei comportamenti accessori, oltre che ovviamente dall’efficienza del fegato.

LA MAGGIORE GHIANDOLA DEL CORPO UMANO

Il fegato è di gran lunga la più grossa ghiandola del corpo umano, una centrale biochimica dotata di oltre 500 funzioni. Svolge un ruolo centrale nel metabolismo dei carboidrati, delle proteine, dei lipidi, delle vitamine e degli ormoni, cioè di tutto quello che passa il convento. 
Svolge funzioni insostituibili di filtraggio, di riserva e di escrezione.
Deve rifornire il sangue di appropriati nutrienti e deve pure mantenerlo libero da tutte le tossine.

LE DIETE IN VOGA, FATTE APPOSTA PER INGROSSARE IL FEGATO

Le diete in voga, che si chiamino Mediterranea, Atkins, Zona, South Beach, Gruppi Sanguigni, Montignac, Dunkan o Lemme, sembrano fatte apposta per intasare gli organi interni e addensare il sangue, costipare l’intestino ed ingrossare il fegato.
Sembrano fatte apposta per intossicare irrimediabilmente l’organismo, per far calare il peso ma far crescere i veleni, in una drammatica sequenza di sbalzi alimentari, tra le crisi isteriche di fame e una irrefrenabile sete che porterà a bere oltremodo, riprendento tutti i chili persi con l’aggiunta degli interessi.

IPERTROFIZZARE IL FEGATO E’ COME DARSI UNA MARTELLATA IN QUEL POSTO

Danneggiare il proprio fegato con l’alcol e la caffeina, ingrossarlo e ipertrofizzarlo con le carni e i latticini, equivale darsi una martellata sugli attributi.
Vai te a farlo capire alla gente. Vai te a sbugiardare i sommelier, i gourmier, i fast-food, i macellai, i casari, i baristi e i nutrizionisti di regime.

LA COLECISTI, IMPORTANTISSIMA GHIANDOLA CHE I MEDICI AMANO RIMUOVERE CON ESTREMA DISINVOLTURA


Da non sottovalutare il ruolo della colecisti che raccoglie e ridistribuisce la preziosa bile, secreta dal fegato. La bile è un liquido giallo-verdastro che, durante la digestione, si riversa nell’intestino favorendo l’emulsione dei grassi, l’assorbimento degli acidi grassi Omega e la peristalsi intestinale.
L’ostacolo al deflusso della bile provoca l’itterizia.
I danni del carnelattismo, dei cibi cotti e degli integratori includono i calcoli e i nodi alla colecisti, che la medicina tende disinvoltamente ad asportare, quando un buon programma detossificante ripristinerebbe la funzionalità di questa importantissima ghiandola.


Questi stralci sono stati estrapolati dalla tesina pubblicata in questo super-interessante blog: http://valdovaccaro.blogspot.it/2011/09/tumore-barriera-e-strumento-del-sistema.html

venerdì 5 ottobre 2012

L'ansia provocata dai controlli

Riflettevo sull'ansia che i controlli di protocollo causano, volente o nolente.
Ci vado "tranquillamente" a sottopormi alla TAC (o Pet Tac che sia) e a tutti gli altri esami di routine post cancro, ma inevitabilmente, quei dieci giorni che separano l'esame dall'esito li vivo con ansia (della serie "speriamo che vada tutto bene").
Sono arrivata alla conclusione che ciò accade perché il corpo ricorda il primo shock (cioè: il momento della prima diagnosi) e quindi tutto risale su anche se percepisco che il mio corpo sta bene.
Non sono giorni piacevoli certo, ma c'è da considerare che è una risposta biologica sensata questa dell'ansia... (e qui torniamo alle 5 leggi biologiche!)
Dunque, anche se razionalmente mi dico che tutto è ok il corpo reagisce in modo diverso, ed ecco la prova che lo shock biologico non dipende dal modo che si ha di reagire con la mente, con il pensiero (insomma, si può razionalizzare quanto si vuole, ma il corpo ricorda e di conseguenza ... mi viene l'ansia).
Credo che questo capiti un po' a tutti. Lo credo, ma non ne sono certa ovviamente! E probabilmente Hamer ha "inventato" la sua teoria proprio per spiegare questo meccanismo biologico sensato.
Essermi informata su questo mi aiuta, si, ma ora voglio vedere come reagirà il mio sistema al prossimo controllo.

Spesso mi chiedo se uscirò mai da questo stato. Sembra che la paura del cancro sia sempre in agguato anche se razionalmente so che la paura non è proprio il sentimento giusto per uscirne.

Mantra: Devo smettere di avere paura. Devo smettere di avere paura. Devo smettere di avere paura. Devo smettere di avere paura. Devo smettere di avere paura.