Se non mettiamo la Libertà delle Cure mediche nella Costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una Dittatura nascosta. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone, e la negazione di uguali privilegi alle altre arti, rappresenterà la Bastiglia della scienza medica.
Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza USA, 17 Settembre 1787

martedì 10 ottobre 2017

Nivolumab: esperienze personali

Ho tanto parlato dell'immunoterapia attiva (Nivolumab e Pembrolizumab) ma senza averla provata, quindi l'ho fatto decantando solo le informazioni che ho trovato, comprese quelle elencate nel bugiardino. Tuttavia, ora che ci sto dentro, ora che ho parlato anche con altre persone a cui hanno somministrato Nivolumab, mi pare proprio il caso di scrivere questo post invitando chiunque "ci sta dentro" a descrivere gli effetti collaterali sul proprio corpo, dato che ho constatato che ad ognuno fa un effetto diverso (non elencato necessariamente nel bugiardino).
Perciò questo post ha lo scopo di "allargare le statistiche ufficiali" e pertanto di essere utile a chi è in procinto di avere somministrata questa terapia.

Comincio:
Ormai sono alla quarta infusione ma i sintomi non si sono attenuati per niente. Una stanchezza cronica già di prima mattina appena alzata. Mi manca il fiato. Respiri molto corti. Dolori dolori dolori, nonostante il cerotto alla morfina a cui ho dovuto cedere (troppo dolore!!!) In pratica ci metto tutta la mattina a cominciare appena a riprendermi.
E da qualche tempo è cominciato pure l'acufene (e che me lo facevo mancare?)
Ah poi ci sono gli episodi di amaurosi (ma questi non so se attribuirli agli effetti collaterali, però... prima non li avevo!)
E mi si è pure gonfiato un seno di due misure (cacchio! se non fosse per il dolore me lo terrei visto che sono piatta ahahah), e i relativi linfonodi ascellari si sono gonfiati, ma ne ho anche sul collo (sta facendo il suo sporco lavoro e lo fa in questo modo?! Io lo chiedo ma mi danno sempre risposte vaghe, molto vaghe!)
Alla prima infusione ho avuto la febbre anche a 39.3, ora invece al massimo posso arrivare a 37.3 ma... prendo 8mg di cortisone e credo proprio che senza questo l'avrei più alta.
Si somministra ogni 15 giorni, il che significa (per me) che non faccio in tempo a riprendermi che subito ricomincio d'accapo
I dolori che il cerotto non riesce a coprire cerco di attenuarli con l'olio di cannabis Bedrocan e olio di cbd.
C'è da dire che senza cerotto (ed ecco perché ho dovuto cedere) il dolore al fegato era tale da farmi stare piegata in due, per non parlare poi del dolore allo stomaco. Terribile!
Insomma, non me lo aspettavo che su di me avesse questo effetto l'immunoterapia (mi sento la guerra dentro questo polmone!)
Tuttavia per molti altri non è stato così: ad alcuni è andata bene, senza troppi effetti collaterali, ad altri è andata anche peggio di come è andata a me...

lunedì 14 agosto 2017

Cancro anomalo (dice...)

Per la terza volta nell’arco di undici anni, da quando ho cominciato ad avere a che fare con l’alieno (è il caso di chiamarlo così "ma chi sei?!"), mi sono sentita dire che il “mio” adenocarcinoma si comporta in modo anomalo, cioè, non si muove come la norma (gulp!!) non ha recidivato dopo un paio di anni nonostante fosse un 3aN2M0 ...insomma ... non si comporta come fan tutti (e a me mo me ce vie’ da ride manco poco!! ma che vordì?!)

Quanto segue è un riassuntino che mi serve per raccontare questo percorso "anomalo" effettuato dall'alieno (non voglio usare parole come decorso o pregresso o regresso, ve l’ho detto... è anomalo!)

Comincio: il 2005 con un adenocarcinoma polmonare che tratto prima resezione linfonodi al mdiastino, poi con tre cicli di chemio (che non volevo fare ma vabbeh... pressioni esterne... confusione... ignoranza...),  indi, resezione lobo polmonare sup. sin., radioterapia per un mese.

Per qualche anno tutto bene fino ad un’avvistamento nel 2007 che non viene segnalato (pur se avvistato) nei seguenti controlli. Fino al 2010, quando mi allerto, e allerto, perché si faccia chiarezza su qualcosa che al 2009 si ritengono ancora cicatrici (da quanto ne so le cicatrici non aumentano e diminuiscono).
L'altalena di questi noduli in sede d’intervento che aumentano e diminuiscono ad ogni tac o pet di controllo fino a quando, dopo aver vissuto un periodo di m.... puzzolente che mi ha provocato un grande stress, questi noduli si riuniscono allegramente a formare un’unica massa (una cascata neoplastica l'hanno definita) che mi ha provocato una forte emottisi (tenuta sotto controllo con il tranex.
Capirai... è successo a cavallo di capodanno 2015/2016!! Ve lo lascio immaginare chi ci ho trovato degli oncologi... FràCavoloDaVelletri

Ordunque...
Dopo aver scoperto in malomodo una recidiva (e aver fatto pure troppi esami  per confermarla), mi ritrovo infine in attesa dell'appuntamento per fare una ago-biopsia che non avevo nessuna  intenzione di fare perché sarebbe trascorso ancora altro tempo e non  potevo permetterlo, mi sono messa alla ricerca di un trattamento  alternativo a chemio/radio (perché tanto era quello che mi sarebbe toccato!) che mi potesse subito risolvere quel problema da 5x5cm.
Cerca che ti ricerca alla fine ho trovato la crioablazione. Mi piace,  e nell'arco di un mese ho contattato il medico, che dopo aver visionata la documentazione diagnostica, mi ha trovata candidabile  al trattamento e dopo il consulto multidisciplinare, l'ho fatto. Il 31 marzo 2016, quando ero ancora in attesa dell'appuntamento per la biopsia da fare con l'altra struttura! 

Ancora una piccola recidiva scoperta con controllo da settembre 2016, e pur  tenendo la porta aperta ad un nuovo trattamento crioablativo, ho volto l'attenzione anche all'immunoterapia attiva (Keytruda/Nivolumab).
"Chissà che non abbia bisogno  di svegliare il mio sistema immunitario!"

Perciò ho contattato una delle due  strutture  che a Roma, sapevo somministrassero il Keytruda e Nivolumab, ma niente di fatto!
Un buco nell'acqua: una struttura non risponde al  telefono e sono almeno 5 contatti telefonici a disposizione! L'altra  invece dopo un giro largo di parole spese anche via email, pur sapendo che al nostro appuntamento avremmo dovuto parlare della somministrazione del nivolumab, mi hanno comunque proposto di nuovo la  chemioterapia.
Mah vabbeh! Vorrà dire che abbiamo fatto una chiacchierata... Ho declinato la proposta-invito, ho ringraziato, e salutato.

Al che, visti gli ostacoli su questa via  ("si vede che non è questa la strada che devo seguire" ho pensato fra me), mi sono preparata  l'Aloe arborescens (rigorosamente ricetta di padre Zago, niente che d'è  je ceco n'occhio!) nell'attesa che arrivi il giorno di un nuovo appuntamento con un'altra struttura che, almeno per telefono, mi aveva assicurato che sì, il trattamento immunoterapico lo somministravano.
(per la cronaca: l’occhio nun je l’ho cecato perché a quanto pare l’Aloe non ha avuto l’effetto desiderato, come ha confermato la pet di gennaio 2017)

L'appuntamento ero finalmente riuscita a prenderlo al Campus, ma la trafila per arrivare all'immunoterapia si è rivelata la stessa della struttura precedente.
11 gennaio (2017) ho avuto un colloquio con l’oncologa e un nuovo spiraglio si è aperto riguardo l’immunoterapia (bene, confermato anche al primo appuntamento!), ok, ma “bisogna dare un nome e cognome a questo cancro che si comporta in modo anomalo, troppo anomalo! prima di decidere con quale terapia approcciare” (mi dice).

Carta d'identità fatta: è lo stesso di 12 anni fa ma al 4° stadio (mi dicono), quindi niente mutazioni e niente terapia biologica.
Ma come?! abbiamo parlato di immunoterapia e mo' mi parlate di farmaco biologico?
Terapia possibile: chemio (cisplatino e alimta). Sono molto dubbiosa a tal proposito. Con l'altra struttura era stato più facile declinare ma con questa mi sembra di essere stata "messa dentro". Solo ora mi dicono che l'immunoterapia si può somministrare in seconda linea (secondo il protocollo). "Ma prima non sapevate dirmelo?" (ecco perché parlo di "messa dentro")

31 marzo: dopo due colloqui e un tira e molla che non vi dico, decido di farne una ("Almeno ne faccia una che nel 2005 l'ha sopportata bene, non dovrebbe avere problemi" - "Sì, vabbeh, ma sono passati anche tanti anni e si sa che pure il corpo cambia. Che vi devo dire: speriamo bene, senno' sarà la prima e l'ultima di sicuro!")
Sto male per un mese tra nausea, vomito, stitichezza, stanchezza, perdita di peso e non per ultimo un gran mal di fegato (tanto dolore da piegarmi in due, lo dico ai medici ma ...non mi credono! boh?! anzi, uno di loro mi dice che non è possibile che sia un effetto della chemio, che non passa per il fegato. (più tardi si scoprirà che c'è una massa 3x2cm pure lì e prima invece non c'era)
Secondo me abbiamo cominciato col piede sbagliato.

Mi suggeriscono di aiutarmi con l'olio di cannabis e dopo una ricerca in lungo e largo su cosa, come, quando (e tutte le informazioni che potevo recuperare parlando anche con persone che la stavano usando) mi decido a rivolgermi ad un medico che me la prescrive.
A Maggio finalmente arriva l'olio di cannabis poi la musica cambia. Tutto aprile sono stata malissimo e quel sentirmi subito meglio fin dalla prima somministrazione mi ha riportata sulla terra!

Dunque per tutto aprile, maggio e inizio giugno non ho seguito nessun'altra terapia ufficiale. La tac di giugno indica riduzione di alcuni noduli e altri colloquati mentre altri rimasti tali e quali. Io ci vedo il bicchiere mezzo pieno!

Dopo due mesi dalla chemio (siamo a giugno) mi chiamano e mi dicono che va bene, visto che non ho sopportato la chemio ora possono somministrarmi Nivolumab (che però, purtroppo mi fa lo stesso effetto della chemio!). Torna il dolore al fegato, vomito, ho la febbre (ormai sono mesi che ho la febbre, ok, ma è febbretta, qui invece sono arrivata a 39,3 gulp!!) e aumenta a dismisura il versamento pleurico (il polmone avvolge il cuore tanto è cospicuo il versamento e ormai ho il fiatone anche da ferma!).
Loro lo sottovalutano il versamento e dopo un altro mese (tra prendi questo che si assorbe e mo vediamo il da farsi) decido di andare al pronto soccorso (in verità mi ci portano con fermezza) dove mi effettuano una toracentesi dopo neanche un'ora di attesa.
Espello in tutto 2 litri e 7 di liquido rosso (c'era del sangue e neanche poco, persino con coaguli). Il giorno dopo torno a casa e comincio la penicellina per scongiurare infezioni eventuali.
Dopo dieci giorni mi decido a fare una lastra di controllo e il versamento è tornato!
Cacchio!!
Allora dagli giù con un po' di cortisone e lasix per tenerlo a bada. Vedo che la tosse mi passa un bel po' e anche il fiatone. Questi due medicinali stanno facendo il loro sporco lavoro, bene, ma non è che li posso prendere per sempre.
Decido di smettere un po' per vedere come va, e dopo qualche giorno ricomincio a espettorare rosato. No good. Dev'essere quel linfonodo nella loggia di Barety che preme sulla vena. Il cortisone evidentemente aveva un po' sgonfiato l'edema.
Nel frattempo (siamo ad agosto di già!) l'emoglobina è quasi tornata normale (era arrivata a 8.2 e ora e a 11.6), ho preso ferrograd di testa mia ma pure questo lo avevo smesso ...embeh me ricominciava a fa male er fegato! un po' di riposo sto corpo lo vuole e glie lo do.)

Ad oggi (siamo ad agosto) ancora non faccio alcuna terapia ufficiale perché mi pare bene che non posso farne. Chemio o immunoterapia col versamento (e anche col mal di fegato in agguato) non si possono fare mica tanto alla leggera. Credo proprio che peggiorerebbero le cose. Tuttavia mi è stata proposto di farne un nuovo ciclo a settembre, previa tac di controllo (...)

E ora come sto?
Al momento la qualità di vita è quasi normale. Quasi eh?! Mi alterno a giorni di stanchezza e giorni di energia, giorni e notti di tosse o tosse per poche ore al giorno, tanta espettorazione, episodi di amaurosi...
Insomma, non so come andrà quest'altro percorso anomalo dell'alieno,intanto me la vivo come viene e come mi sento di fare, l'essenziale è che
#NonostanteTutto
#IoNonHoPaura


e buon ferragosto a tutti!

venerdì 23 giugno 2017

U94 - la proteina anticancro

Alcuni ricercatori italiani hanno scoperto il funzionamento di una proteina, che potrebbe aiutare i malati di tumore a combattere la malattia del secolo.
Lo studio è stato condotto dal Prof. Arnaldo Caruso (professore ordinario di Microbiologia all’Università di Brescia) e dal suo team di ricerca (composto da ricercatori dell'ateneo lombardo, in collaborazione con l'Istituto di Virologia di Zurigo e il Dipartimento di Scienze Mediche di Ferrara).

La sigla della proteina anticancro è U94
Prodotta dall’herpes virus umano 6 – quello che provoca la cosiddetta ‘Sesta Malattia’ – è stata studiata inizialmente perché capace di intervenire su migrazione, invasività e proliferazione delle cellule endoteliali vascolari (ECS). In particolare, è stato dimostrato che la proteina inibisce potentemente l’attività migratoria di queste cellule.

I ricercatori italiani hanno quindi provato a testare la capacità di U94 di ostacolare la cosiddetta cascata metastatica. Il team guidato dal Prof. Caruso ha esaminato l’attività biologica della proteina sulle cellule di cancro al seno umano MDA-MB 231 prima, e su quelle del cancro cervicale umano HeLa, poi. E hanno scoperto che inibisce fortemente la migrazione cellulare, invasività e clonogenicità.

Al di là dei tecnicismi, i risultati sono chiari: U94 inibisce la crescita tumorale e delle metastasi. Proseguendo con la ricerca, si potrebbe arrivare a risultati importanti per curare questa terribile malattia.

Di seguito alcune dichiarazioni del Prof. Caruso estratte da un'intervista rilasciata alla GazzettaDelSud

Oggi esistono molti farmaci utili per combattere il cancro volti a danneggiare la cellula tumorale o a bloccare sostanze utili per la sua crescita e la sua diffusione nell'organismo. L'effetto straordinario e peculiare della U94 è quello di poter agire a "due compartimenti", esercitando contemporaneamente un'azione di blocco della proliferazione e della diffusione metastatica, agendo sia direttamente sulla cellula tumorale che indirettamente, sul suo microambiente vascolare. Quindi, da un lato la cellula tumorale maligna si trasforma in un elemento più benigno e meno invasivo, dall'altro non si formano vasi sanguigni a supportare il nutrimento e la fuga metastatica del tumore. Questa duplice attività è qualcosa che anche noi non ci aspettavamo come risultato e ne siamo rimasti inizialmente stupiti, fino a quando abbiamo compreso il meccanismo d'azione di questa straordinaria proteina virale. Vedere diventare un tumore ad alta aggressività, come il tumore indifferenziato della mammella, un piccolo nodulo senza capacità metastatica è qualcosa di incredibile. Potenza della natura!

(...)

Quando si affrontano temi così importanti, come la cura dei tumori, il nostro atteggiamento non può che seguire quello a suo tempo dettato dal Prof. Silvio Garattini. Non brevettare per permettere a tutti di sviluppare il miglior farmaco nel più breve tempo possibile. Siamo pronti a collaborare con chiunque sia interessato a tale progetto, condividendo esperienze e reagenti. L'importante è arrivare subito ad una cura che possa dare nuove speranze ai malati di cancro.

Non contenta di aver letto l'intera intervista (sai com'è...) ho contattato il Professore per avere notizie dirette, e lui, gentilissimo, mi ha risposto con chiarezza e non da meno con celerità. (per me fa parte di "quei medici con una marcia in più" non ci piove!)

Caruso Arnaldo
Ruolo: Professore Ordinario
Dipartimento: Medicina Molecolare e Traslazionale
Indirizzo: Servizio di Microbiologia - P.le Spedali Civili, 1 - 25123 Brescia
Telefono: 0303382057 - 0303995.792
Fax: 030395258
E-mail: arnaldo.caruso@unibs.it
Settore scientifico-disciplinare di appartenenza: MED/07 MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA

> Buongiorno dottor Caruso,
faccio parte di un gruppo di ammalati di cancro che sta facendo ricerche sulle nuove scoperte che potrebbero aiutarci nel processo di guarigione (la chemio ci sta massacrando il sistema immunitario).
Durante la ricerca ci siamo imbattute in un articolo dove si parla di Lei e della "proteina anticancro" U94.
Ora, siccome siamo un po' stufi di falsi allarmi, l'idea è quella di contattare direttamente gli interessati e chiedere lumi a riguardo. Solo così potremo sapere se quanto si legge sul web può essere vero, o manipolato...
Le sarei molto grata se ci fornisse qualche informazione sulla U94
La ringrazio per l'attenzione e le auguro una serena giornata.
Un cordiale saluto
Enza Colotti

> Gent.ma Sig.ra Colotti,
la proteina U94 ha eccezionali attività anticancro. La modalità con la quale essa viene fatta produrre dalle cellule tumorali prevede l'uso di particolari vettori. In pratica è una vera e propria terapia genica quella che viene attuata perché la U94 sia prodotta dalla cellula e non iniettata come un comune farmaco. Questa modalità terapeutica ha costi elevati e bisogna avere al proprio fianco una importante ditta farmaceutica che possa sviluppare la U94 come farmaco per l'uso umano. La decisione di non brevettare la U94 come farmaco anticancro è volta a favorirne la produzione e l'uso nell'uomo al più presto. Purtroppo noi, più che questo, non possiamo fare. Ora si tratta di aspettare e vedere se si muove qualcosa. La nostra disponibilità a favorire qualsiasi ditta farmaceutica voglia produrre la U94 è massima e totalmente gratuita.
Mi spiace di non poterle dare al momento alcuna sicurezza di successo, ma spero fortemente che il farmaco si realizzi al più presto. Noi continuiamo a lavorare ed a cercare di rendere la U94 sempre di più interessante agli occhi di chi dovrà investire nella sua produzione e sviluppo.

Cordialmente
Arnaldo Caruso

e a questo punto, direi che uno chapeu ci sta tutto!!

mercoledì 3 maggio 2017

Dr. Ermanno Leo: oncologo vs chemioterapia

Dr. Ermanno Leo: “Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia. E’ un affare nelle mani delle multinazionali del farmaco”

ermanno leo

 Il Prof. Ermanno Leo è un oncologo e chirurgo italiano, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia dell’Apparato Digerente Colon-Retto dell’istituto dei Tumori di Milano.


E’ una delle eccellenze italiane elogiato in tutto il mondo per aver sviluppato 25 anni fa una innovativa tecnica chirurgica nel trattamento del cancro al colon-retto. Infatti in assenza di essa i pazienti sono costretti a portare i segni di una mutilazione irreversibile, il famigerato sacchettino sull’addome. Grazie alla collaborazione con colleghi francesi, l’equipe del Dr. Ermanno Leo ha realizzato un programma innovativo che trova oggi consenso scientifico ad ogni livello grazie alla tecnica operatoria di tipo conservativo che mantiene l’integrità dell’organo.
Insomma è una personalità che per 40 anni ha avuto a che fare con il cancro e conosce quello di cui sta parlando. In una recente conferenza ha parlato chiaro: le multinazionali del farmaco di fatto bloccano la ricerca e ci costringono a combattere con i vecchi strumenti, tra i quali, appunto, la chemioterapia.
“Tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà la chemioterapia.”
Ecco alcuni estratti del suo intervento alla conferenza:
“Io sono qui quasi per fare un mea culpa come oncologo, ma se dovessimo paragonare e confrontare ciò che ho sentito oggi che di encomiabile tecnologico è avvenuto nell’oncologia sono profondamente deluso e rendo omaggio a chi non ce l’ha fatta e a chi in questo momento non ce la sta facendo.
A me interessa un dato, poi tutti sappiamo che i giochi statistici si possono manipolare e fare: in Italia ci sono ogni anno quasi 180.000 morti di cancro, se questo è il segno di un successo io vado ai giardini pubblici.
Il timore mio, e me ne assumo totalmente la responsabilità, è che il cancro in questi decenni sia diventato un affare insieme alle guerre.
Il tumore al colon-retto, di cui mi occupo e di cui si conoscono tutti i precursori, è l’unico che potrebbe scomparire dalla faccia della terra, se ne ammalano ogni anno 50.000 persone con 25.000 morti l’anno. Se si facesse una colonscopia a tutti gli italiani sopra i 45-50 anni non ci sarebbe più la malattia perché si andrebbero ad asportare le forme ancora benigne e evitare la trasformazione in maligna così da non ricorrere al potere delle multinazionali.
Io lo dico senza vergogna, ma queste persone ormai gestiscono il problema farmaco fregandosene che i morti non sono assolutamente diminuiti e anzi, perché il problema è che tutti sanno che la soluzione del cancro non sarà legata alla chemioterapia. Bisognerà cambiare completamente registro.”
Se vogliamo dare alcuni dati sulle multinazionali del farmaco (bigpharma). 600 miliardi di dollari sono le vendite delle prime 50 aziende farmaceutiche nel 2013 che equivale al PIL aggregato di 82 paesi, praticamente la metà del mondo.
“Quindi il dramma è questo che bisogna avere il coraggio di dire io sono scandalizzato ma sapete quante società medico-scientifiche esistono in Italia? 800! Ma sono tutti scienziati?? E’ una cosa folle! Per il cancro non conosciamo i meccanismi ( che ne sono alla base) ed alla gente non si dice la verità.
Un mio amico di cui non posso fare il cognome mi ha detto che non siamo preoccupati della fuga dei cervelli all’estero ma degli imbecilli che restano qua. E’ una cosa abbastanza allucinante. Mi scrive un mio amico che è stato pochi giorni fa ad un congresso importante a Washington dove prima di ogni relazione al congresso è obbligatorio rendere palese le sovvenzioni che ricevono dalle case farmaceutiche.
Io per sfida, quasi per disperazione, scrissi ai miei collaboratori all’amministrazione dicendo che da ora in avanti i medici non dovrebbero andare a più di due congressi l’anno, scegliendo i migliori. Successe un finimondo! Perché voi dovete sapere che le multinazionali assoldano, soprattutto la parte medica particolare che utilizza i loro farmaci, per cui li devono mandare in giro a fare da sponsor, con risultati spesso manipolati! Perché se noi dovessimo sommare tutte le notizie giornalistiche che enfatizzano tutte le scoperte che sembrano aver trovato il rimedio, ora dovremmo aver debellato la malattia.. c’è qualcosa che non va!
Una società seria, vale in politica, economia ma soprattutto sulla salute, si pone degli obiettivi, approva dei progetti, ma dopo due anni chiamo il progettista, il cosiddetto scienziato, e gli chiede dove sei arrivato. Se il progetto ha una prospettiva io te l’ho foraggio mille volte, ma se non porta da nessuna parte ed è solo frutto e mezzo perché tu a possa acquisire un posto socialmente utile sulla salute, non lo accetto! Non te ne faccio una colpa, ci hai provato, ma cambiamo registro. Ci sono troppi progetti volti al mantenimento di un posto di lavoro.
Manca il sistema di controllo che dice la ricerca è fondamentale ma mi dovete dire dove state andando!
Guardate che noi siamo salvi, come generazione, per due persone: Fleming che scopre la penicillina, tanti nostri genitori sono morti per una banale polmonite, e non l’ha scoperta con i soldi di bigpharma ma con il cervello! L’altro grande personaggio della storia è Albert Sabin perché altrimenti oggi molti sarebbero qui con le stampelle o le sedie a rotelle, e l’ha fatto senza approfittarsi del 455 che oggi dilaga approfittandosi della generosità degli italiani che danno soldi ma non si è mai capito dove vanno a finire, perché non c’è un resoconto!
Oggi in Italia si ammalano 400.000 persone di cancro e continuiamo a scambiarlo per una malattia ma sono almeno mille malattie che si comportano in maniera una diversa dall’altra anche se sembrano uguali dal punto di vista biologico.
In Italia vi è una professione, quella degli scienziati, che non esiste, una laurea in “scienzologia”, che non esiste, come non esiste l’ordine degli scienziati. Ma veramente torna il discorso che non sono quelli scappati ma quei quattro pirla rimasti?? Ditemi come si fa ad essere denominati scienziati, come possano aver codificato una nuova professione che è quella degli “scienziati”.

Ecco il video integrale dell’intervento del Dr. Ermanno Leo

 https://youtu.be/Qatq5ir4rK4

(postato da Riccardo Lautizi su DIONIDRIM)